La CO2 non c’entra nulla con i disastri climatici ai quali stiamo assistendo: ad affermarlo in un’intervista concessa a “La Verità” e pubblicata sull’edizione del quotidiano in edicola venerdì 8 luglio 2022 è stato il professor Uberto Crescenti, fondatore ed ex presidente dell’Associazione italiana di Geologia Applicata ed ex magnifico rettore dell’Università di Chieti-Pescara (oggi è professore emerito). A proposito della recente disgrazia della Marmolada, l’esperto ha commentato: “Non vedo cosa c’entri la CO2 che noi immettiamo. È dalla prima metà del 1800 che si cominciò a capire che la storia climatica è costituita da periodi glaciali e interglaciali che sono occorsi in modo ciclico. Tutto ciò cui stiamo assistendo oggi è già occorso in passato”.
Crescenti, a tal proposito, ha citato la collega Augusta Vittoria Cerruti, che ha studiato la storia dei ghiacciai alpini ed è membro del Comitato glaciologico italiano. La professoressa ha affermato: “Le affermazioni dell’Ipcc discordano completamente dalla raccolta di dati eseguiti sul territorio valdostano. L’uomo non produceva CO2 nel neolitico quando le torbe del Ruitor, di Grotte Rosse e del Piccolo San Bernardo, e i pollini in esse contenuti, ci indicano una temperatura media annua, allora, superiore di 4 gradi a quella odierna. E il Colle del Teodulo (3.300 metri), fra Cervinia e Zermatt, oggi centro di uno dei più prestigiosi comprensori turistici, attivo anche in estate, nel Medioevo era invece un importante ganglio di vie commerciali transalpine, attraversate da carovane someggiate. Insomma, nel medioevo il clima era ben più caldo”.
CRESCENTI: “CO2 NON C’ENTRA CON DISASTRI CLIMATICI, MA POSSIAMO PROTEGGERCI DA ESSI”
Circa le previsioni dell’Ipcc sull’innalzamento del livello dei mari, il professor Crescenti ha puntualizzato su “La Verità” che si deve constatare che non si tiene conto della storia del pianeta, poiché, con la fine dell’ultima glaciazione, tra 15mila e 10mila anni fa, il livello dei mari è aumentato di 100 metri fino a portarsi, nei successivi 5mila anni, al livello più o meno odierno. La circostanza dimostra che la variazione del livello marino dipende anche da modifiche della litosfera, quindi “il clima e il livello dei mari sono fenomeni che dipendono da un così gran numero di fattori che pensare di governarli controllando le nostre emissioni è, a dir poco, di una ingenuità imperdonabile”.
Crescenti ha concluso con un monito: “Per evitare siccità, frane e alluvioni, anziché sovvenzionare eolico e fotovoltaico, bisogna finanziare il lavoro dei geologi e degli ingegneri idraulici per governare le acque e mettere in sicurezza il territorio. Insomma, bisogna fare come coi terremoti: non possiamo evitarli, ma possiamo proteggerci. Quanto alle escursioni termiche che incidono sulla nostra salute, bisogna usare più energia per climatizzare gli ambienti dove viviamo. Usare il carbone e il nucleare, ed estrarre il gas e il petrolio anche in Italia. La CO2 è l’ultimo dei nostri problemi”.