A Grigny, in Francia si trova uno tra i più grandi stabilimenti europei di produzione bibite analcoliche della Coca Cola, la fabbrica che rifornisce tutta l’area della regione settentrionale Ile de France che comprende anche Parigi, dal 1986 si approvigiona di risorse idriche attraverso una pompa che preleva l’acqua da falde sotterranee. Una procedura che fino ad oggi è stata considerata completamente legale, anche perchè in tutti questi anni la Coca Cola nella zona ha garantito il lavoro a più di 266 persone. Ma secondo il sindaco della città è arrivato il momento di dire “basta” e con un comunicato ha chiesto alla direzione dello stabilimento di smettere di prelevare acqua da sotto terra perchè la “risorsa è pubblica“.
E viste anche le carenze dovute al cambiamento climatico, che sta facendo combattere sempre di più l’Europa con la siccità, il municipio ha deciso che la Coca Cola dovrà utilizzare l’acqua dell’acquedotto, pagando come tutti, la bolletta per il consumo. Questo metodo infatti è stato considerato dal sindaco ormai “obsoleto” e soprattutto poco coerente con le attuali necessità ecologiche e di salvaguardia delle risorse. Già nel 2015 l’autorità per l’ambiente aveva chiesto alla Coca Cola di limitare il prelievo idrico, ma lo stabilimento aveva investito per aumentare la produzione arrivando ad un consumo di 1000.000 metri cubi l’anno.
Municipio di Grigny contro la Coca Cola “Deve partecipare alla tutela delle risorse idriche”
L’autorità ambientale da tempo stava combattendo con lo stabilimento di Grigny dove c’è la sede della Coca Cola, alla richiesta dell’aumento del fabbisogno idrico, accettata poi dalla prefettura, aveva dichiarato che “È deplorevole che nella richiesta di ampliamento non siano state considerate le conseguenze di una crisi idrica, di fronte a tali volumi richiesti“. E finalmente gli ecologisti sono stati appoggiati dal comune di Grigny, che ha ora ufficialmente chiesto di smettere del tutto il metodo di approvvigionamento di acqua .
Da parte dell’azienda ovviamente sono arrivate le proteste e presto ci sarà un incontro ufficiale in municipio per trovare un accordo. Coca Cola sostiene che le trivellazioni sono perfettamente autorizzate e non intende tornare indietro. Tuttavia, il sindaco ha già affermato che “Alla luce degli ultimi problemi di grave siccità è impensabile che una realtà industriale come la Coca Cola non partecipi alla coscienza collettiva nel preservare le risorse così importanti e soprattutto pubbliche“.