Coca Cola boicotta Facebook e gli altri social network accusandoli di non fare abbastanza per combattere odio e razzismo sulle loro piattaforme. Ora anche il gigante delle bevande reclama più trasparenza e affidabilità, quindi ha deciso di sospendere tutte le sue pubblicità digitali su Facebook, Instagram, YouTube, Twitter e altri social per almeno un mese a partire dal primo luglio. «Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media», ha dichiarato James Quincey, presidente e Ceo di Coca Cola. Non è tardata ad arrivare la replica di Facebook, che però nella sua nota non cita mai Coca Cola ma precisa che, pur sapendo che c’è ancora molto da fare, è da tempo a lavoro su questo fronte, investendo miliardi di dollari ogni anno per mantenere sicura la sua comunità. «Gli investimenti che abbiamo fatto in Intelligenza Artificiale ci permettono di individuare quasi il 90% dei discorsi d’odio su cui interveniamo prima che gli utenti ce li segnalino, mentre un recente rapporto dell’Unione Europea ha rilevato che Facebook ha esaminato più segnalazioni di hate speech in 24 ore rispetto a Twitter e YouTube», scrive Facebook in una nota ufficiale.



COCA COLA BOICOTTA FACEBOOK E TUTTI I SOCIAL

Il boicottaggio è partito la settimana scorsa col movimento #StopHateForProfit, lanciato da alcune associazioni per ottenere una regolamentazione più stringente dei messaggi che incitano a odio, razzismo o violenza. Al boicottaggio hanno aderito altri giganti come Unilever e Verizon. Ora arriva l’annuncio di Coca Cola. «Ci prenderemo del tempo per rivalutare i nostri standard e le nostre politiche pubblicitarie per determinare se le revisioni sono necessarie internamente e cosa dovremmo aspettarci dai nostri partner di social media per liberare le piattaforme da odio, violenza e contenuti inappropriati», ha scritto James Quincey nella nota ufficiale. Inoltre, ha precisato che si aspetta «maggiore responsabilità, azione e trasparenza» dai social network. I profitti maggiori per Facebook arrivano da piccole e medie imprese, ma la decisione presa da Coca Cola rappresenta un duro colpo per il colosso social, oltre che una pessima pubblicità.

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