Il comico Cochi Ponzoni, all’età di 80 anni, si è raccontato tra carriera e vita privata al quotidiano Libero di Milano. A renderlo famoso, negli anni Sessanta, è stato soprattutto il sodalizio artistico con Renato Pozzetto. “Fin da bambini avevamo un modo particolare di giocare con le parole, che poi abbiamo trasportato nel nostro futuro. È stata una sorta di scelta obbligata, sviluppatasi con gli anni”, ha ricordato.



Oltre all’altro membro del duo, però, c’è anche un altro collega che deve ringraziare, ovvero Enzo Jannacci, morto nel 2013. “Da lui abbiamo imparato un modo di stare in scena particolare. Ci ha spronato a fare, con coraggio, le cose che sentivamo nostre. Per me, oltre che un maestro, è stato un fratello maggiore. Che mi manca, come se non avessi più la mia gamba destra. La sua scomparsa mi ha procurato un dolore immenso, che non si placa”.



Cochi Ponzoni: “Da tv a teatro, mi credettero morto”. L’aneddoto

Cochi Ponzoni, parlando ai microfoni del quotidiano Libero di Milano della sua carriera, ha ammesso di non essersi mai dato delle arie insieme a Renato Pozzetto. “Il successo anzi è stato un grande choc. Una volta andai dal salumiere e mi riempirono di complimenti, di gesti affettuosi, di incredibile entusiasmo. Non riuscivo a capacitarmi del perchè. Quando capii sono arrossito”.

Alla notorietà a tutti i costi d’altronde non ci ha mai tenuto. Il comico in tal senso anche raccontato un aneddoto che risale a quando mise da parte la televisione per dedicarsi al teatro, un mondo che ama fortemente, questa volta meno positivo. “Ero in un grande magazzino a Trieste. Una commessa mi squadrava con gli occhi sbarrati. Continuamente. Al punto che mi sono sentito in dovere di chiederle perché. “Mi scusi – mi disse lei – è che, non vedendola più in tv, pensavo che fosse morto”. A volte sono gli altri ad imprigionarti in un ruolo. Io stavo lavorando, tanto e bene, in teatro”.