Dopo Fedez, il Codacons querela anche il virologo Roberto Burioni, il sottosegretario al ministero dell’Interno Carlo Sibilia e il giornalista Salvo Sottile. Tutti e tre devono rispondere del reato di diffamazione. L’associazione ha spiegato di averli denunciati in sede civile e di aver chiesto alla Rai il licenziamento di Sottile e al governo di sostituire il sottosegretario. La vicenda nasce nello scorso marzo, quando il Codacons denunciò le «commissioni ingannevoli» della piattaforma Gofundme usata da Fedez, la moglie Chiara Ferragni e Salvo Sottile per le loro raccolte fondi in favore della sanità italiana nella battaglia contro il coronavirus. L’associazione ottenne un provvedimento di urgenza: il meccanismo di applicazione delle commissioni a carico dei donatori fu dichiarato illecito. Ma quell’iniziativa scatenò polemiche e dure reazioni, come quella di Salvo Sottile, «di cui è noto l’odio personale verso il Codacons, unica associazione esclusa da “Mi manda Raitre”». Secondo l’associazione, Sottile avrebbe avviato «una campagna mediatica sui social tesa a diffamare e calunniare l’associazione, attraverso deliranti tweet e video nei quali, sostanzialmente, accusava il Codacons di truffa aggravata e invitava la magistratura ad indagare sull’operato dell’associazione».



CODACONS QUERELA BURIONI, SOTTILE E SIBILIA DOPO FEDEZ

Secondo il Codacons, la reazione di Salvo Sottile avrebbe dovuto portare la Rai a licenziare il conduttore, «che abusa della sua posizione». Il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, all’AdnKronos ha dichiarato che «meriterebbe una puntata di “Mi manda Raitre” dedicata proprio ad indagare il suo conduttore». Comunque, ha chiesto un incontro al nuovo direttore di Raitre, Franco Di Mare. Per quanto riguarda Roberto Burioni, cita un tweet in cui il virologo affermava: «“Il Codacons se la prende con Fedez e Ferragni, conferma il suo impegno a favore dei virus”, sostenendo quindi implicitamente che l’associazione fosse impegnata per favorire la morte dei cittadini». Ma è stato querelato anche Carlo Sibilia, sottosegretario al ministero dell’Interno, per aver diffuso «un messaggio diffamatorio e gravissimo, nel quale si dava per scontato un non meglio specificato reato commesso dal Codacons, senza possedere alcun elemento a riprova di quanto affermato, e senza sapere che l’associazione, prove alla mano, aveva già smentito le ingiustificate accuse di Fedez e di Salvo Sottile».

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