Quali sono le attività che riaprono il 4 maggio? Da oggi milioni di italiani tornano a lavorare con l’inizio della Fase 2 dell’emergenza coronavirus. Nell’ultimo decreto, Dpcm 26 aprile 2020, il governo ha stilato un elenco delle attività che possono ripartire, ognuna con relativo codice Ateco. In questa lista compare il codice 75, che è quello dei servizi veterinari. Quindi, da oggi potete portare i vostri animali per visite e vaccinazioni. Ma possono riprendere anche le attività di cura e manutenzione del paesaggio, come parchi, giardini e aiuole, visto che riaprono i parchi. Chi si è dovuto “arrangiare” a casa con la tecnologia, può recarsi in negozi di riparazione computer e beni di uso personale e per la casa. Ma oggi la Fase 2 inizia anche per gli studi professionali di architetti e ingegneri, e così per il settore delle costruzioni, che è stato uno degli ultimi a chiudere col lockdown. Riapertura anche per le attività immobiliari e il comparto delle assicurazioni. Tutte le aziende devono attenersi al Protocollo di sicurezza e garantire la sanificazione dei luoghi di lavoro.



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QUALI ATTIVITÀ RIAPRONO 4 MAGGIO: 4,4 MILIONI IN FASE 2

Sono 99 i codici Ateco pubblicati in uno degli allegati al testo del Dpcm 26 aprile 2020 che certifica l’inizio della Fase 2 dal 4 maggio. L’elenco delle attività lavorative che riaprono aumenta. Semaforo verde per il settore della manifattura, quindi via libera al tessile, moda, auto e mobili. Così pure le costruzioni e commercio all’ingrosso delle relative filiere, insieme all’industria estrattiva. Possono ripartire nella Fase 2 anche i settori del restauro delle opere d’arte, della riparazione e manutenzione di materiale rotabile. Riaprono anche i concessionari d’auto. L’Italia, dunque, prova a ripartire. Sono 4,4 i milioni di lavoratori in Italia che oggi tornano al proprio posto, mentre quasi lo stesso numero è in regime di “smart working”. Oltre 4,3 milioni di cui circa 2,5 milioni nella Pubblica amministrazione, mentre 1,8 milioni nel privato. Non a caso i sindacati ora invocano un protocollo ad hoc per questi dipendenti. La ministra del Lavoro Nunzia Catalfo a tal proposito si è detta disponibile al confronto.



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