Durante l’estate la tv generalista va in letargo. Non è che nelle altre stagioni si dimostri sveglissima, dato che vanno in onda da anni sempre gli stessi programmi e gli stessi format. D’estate la faccenda peggiora perché chi non può rivolgersi alle piattaforme a pagamento, si ritrova costretto a subire soprattutto repliche e una quantità di manifestazioni canore ed eventi sponsorizzati di ogni genere. Al punto che verrebbe da domandarsi se non sia giusto pagare un canone ridotto nei mesi estivi.



Per questo, alle persone che si aspettano dalla RAI una vera offerta di Servizio Pubblico, d’estate non resta che raggrupparsi in numero sempre maggiore il venerdì in seconda serata, per vedere una puntata di “Codice – La vita è digitale”.

Giunto alla sua ottava edizione, il programma, ideato e condotto da Barbara Carfagna, quest’anno è andato finalmente in onda in un buon orario, le 23,15, mentre negli anni passati spesso partiva anche dopo mezzanotte a causa di ritardi vari accumulati dai programmi precedenti.



Inizialmente il programma consisteva in un reportage di tutte le novità digitali/tecnologiche possibili e immaginabili scovate in giro per il mondo. Motivo per cui ogni tanto venivano anche intervistati personaggi più capaci di èpater les bourgeois che veri innovatori.

Via via il programma è cresciuto, maturato, acquisendo una maggiore fisionomia di carattere divulgativo, andando alla ricerca delle innovazioni reali, esaminando i loro riflessi sulle imprese, sulla pubblica amministrazione, sulle più diverse professioni, sulla vita di ognuno di noi. Presentando anche le case-history di maggiore successo.



Dato che su questi temi aleggia, sempre in agguato, il pericolo del transumanesimo, e l’Intelligenza Artificiale costituisce la nuova Araba Fenice – fenomeno in divenire di cui ancora non sono del tutto chiari limiti e pericoli -, è stato molto apprezzato il nuovo approccio teso a valutare opportunità e criticità. Ecco perché nell’ultima serie sono stati spesso presenti, in veste di Virgilio, Roberto Cingolani e Padre Benanti con le loro attente analisi e i loro preziosi avvisi ai naviganti.

Tutto è governato con pugno di ferro in guanto di velluto da Barbara Carfagna, la cui conduzione merita qualche osservazione particolare: i suoi interventi sono brevi e sintetici, scanditi quasi sillaba per sillaba con voce chiara e brillante. Costruiti per cucire insieme i diversi argomenti e i servizi di ogni puntata, ottengono il risultato di essere pienamente comprensibili al colto e all’inclita, e di includere in un racconto organico i temi trattati nella serata.

La divulgazione dovrebbe essere uno dei principali compiti del Servizio Pubblico, ma è un compito assai difficile da svolgere: nel caso di Codice raggiunge livelli assai elevati anche grazie ad una regia, una fotografia e un montaggio (anch’esso curato personalmente dalla conduttrice) di notevole qualità.

In questo campo abbiamo avuto maestri come Piero Angela e Milena Gabanelli, ovviamente con stili editoriali e produttivi diversi. Oggi, nel raccontare e far comprendere l’innovazione digitale, tecnologica, robotica e quant’altro, regna incontrastata Barbara Carfagna, coadiuvata da Giuseppe Giunta e Massimo Cerofolini.

Per chi si fosse persa l’occasione di vedere il programma, su Raiplay sono disponibili le stagioni dal 2019 al 2024. Insieme alle interviste integrali disponibili pure in lingua originale. Un vero Servizio Pubblico multipiattaforma. Chapeau.

 

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