Se il governo esulta per l’approvazione della legge sul codice rosso, si può dire usando un eufemismo che lo stesso entusiasmo non viene condiviso da parte delle opposizioni, che lamentano gravi mancanze nel testo diventato legge. Ne è convinta Lucia Annibali, la deputata del Pd che venne sfregiata con l’acido da due uomini mandati dal suo ex fidanzato. Intervistata da “L’Huffington Post”, l’onorevole dem ha chiarito perché i tre giorni dall’avvio del procedimento entro i quali il pm deve procedere all’ascolto della vittima che ha denunciato violenza domestica e di genere possano in realtà rivelarsi un autogol:”È impensabile che, a parità di organico, gli uffici dei pm possano soddisfare l’obbligo fissato nel testo. La senatrice Valente, stamane, ha fatto notare che questo è un testo a invarianza finanziaria, nel senso che non vengono stanziate risorse. È questo il cappello del provvedimento ed è questo che lo rende inefficace e inapplicabile. E poi non si può pensare di sentire le vittime senza alcuna distinzione rispetto alle gravità delle ipotesi di reato. Revenge porn? Non è stato fatto rientrare tra i reati per i quali è previsto l’obbligo di ascoltare la vittima entro i famosi tre giorni. Perché le vittime di revenge porn non dovrebbero essere sentite nei tempi fissati per le donne che hanno subìto altri tipi di violenza? Dunque, anche sul piano della tecnica, questo testo presenta contraddizioni forti. Ma il diktat era che era immodificabile e che restasse immodificato. (…) Pensiamo alle Procure più piccole, nelle quali manca il personale specializzato su questi temi. Dover agire in tempi tanto brevi ha ricadute anche sulla specializzazione di chi deve farsi carico delle denunce di queste donne e ascoltarle. Non lo dico io, lo dice il Csm. Magari, aspettare qualche giorno in più potrebbe essere meglio. Pensiamo alle donne costrette a ripetere il racconto della violenza subìta senza aver avuto il tempo di elaborarla, e dunque rivittimizzate. Pensiamo ai minori che devono essere sentiti in modalità protetta. Insomma, questo provvedimento viene sbandierato come risolutivo, ma non lo è. I proclami non trovano rispondenza nelle soluzioni proposte“. (agg. di Dario D’Angelo)



CODICE ROSSO CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE E’ LEGGE

Codice rosso contro la violenza sulle donne è legge, esulta anche Michelle Hunziker: via libera definitivo del Senato al disegno di legge sulla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere. Una modifica al codice di procedura penale fortemente voluta dal Governo M5s-Lega – nonostante le polemiche sulla castrazione chimica – l’ok arrivato grazie a 197 sì e 47 astenuti (esponenti di Partito Democratico e LeU). «Una legge proposta da Doppia difesa un po’ di tempo fa perché non ne potevamo più di vedere morire le donne in attesa di giudizio, donne che non venivano ascoltate e che erano tradite dallo Stato, che aspettavano qualcuno che le potesse proteggere», le parole di Michelle Hunziker su Instagram, con la presentatrice elvetica che ha lottato insieme all’attuale ministro Giulia Bongiorno per contrastare con ogni mezzo la violenza contro le donne: «E’ un grande giorno, sono contento che sia passata: ringrazio questo governo e tutti coloro che firmarono la promessa di fare il possibile per farlo passare».

MICHELLE HUNZIKER ESULTA, CODICE ROSSO CONTRO VIOLENZA SULLE DONNE E’ LEGGE

Il ddl verrà ora pubblicato in Gazzetta ufficiale e il Governo si è detto soddisfatto per l’obiettivo raggiunto. «La legge Codice Rosso rappresenta il massimo che si può attualmente fare sul piano legislativo per combattere la violenza sulle donne», le parole del ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno, soddisfatto anche il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha messo nel mirino gli esponenti di LeU e Pd: «Parlano parlano ma quando serve se ne fregano». Da oggi lo Stato dice che le donne non si toccano, il messaggio del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha ricordato un triste dato che invita tutti a riflettere: in Italia ogni 72 ore muore una donna per femminicidio. Un’emergenza sociale che sarà contrastata da oggi con il Codice rosso, una possibile soluzione alla violenza domestica e di genere.