Marcello Coffrini e Giuseppe Vezzani, esponenti del Pd nonché ex sindaci di Brescello (rispettivamente in carica dal 2014 al 2016 e dal 2004 al 2014), sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa. I due primi cittadini del Comune in Emilia Romagna, secondo i pm, come riportato da Il Giornale, avrebbero avvantaggiato una cosca della ‘Ndrangheta vergando una serie di atti amministrativi, dalle assunzioni agli abusi edilizi.



“In sinergia tra loro, nell’ambito di una continuità politica, contribuivano concretamente, pur senza farne formalmente parte, al rafforzamento, alla conservazione e alla realizzazione degli scopi del sodalizio”, si legge negli atti. “Entrambi fornivano un contributo che consisteva nello svolgimento degli incarichi tutelando i suoi interessi o quelli di alcuni suoi esponenti (anche di vertice, rafforzando così la consorteria e consentendone l’affermazione e l’espansione sul territorio di Brescello e non solo”. Il Comune era stato proprio durante il mandato di Marcello Coffrini sciolto per mafia, ma soltanto adesso sono state formalizzate le accuse.



Coffrini e Vezzani, ex sindaci Pd di Brescello indagati: i rapporti con la ‘Ndrangheta

I movimenti illeciti di Marcello Coffrini e Giuseppe Vezzani, gli ex sindaci del Pd di Brescello adesso indagati, sarebbero avvenuti secondo i pm su diversi fronti, con condotte protettive e omissive. “Non prendevano deliberatamente alcuna iniziativa di fronte ad accertati abusi edilizi ed occupazioni demaniali attuate da soggetti intranei al sodalizio, consentivano l’affidamento di lavori pubblici a ditte della cosca e appoggiavano pratiche amministrative, interventi di natura urbanistica volti a favorire il clan”, si legge ancora.



Ma non è tutto. “Agivano inoltre per contribuire a creare all’esterno, nell’opinione pubblica, un’immagine di Francesco Grande Aracri e dei loro parenti quali soggetti puliti e per bene da integrare nel contesto della vita civile. Il tutto per garantirsi e garantendosi nel tempo (con radici già nel mandato precedente a quello del 2004, con un tale sistematico agire, l’appoggio di bacino di elettoli controllati dalla Ndrangheta emiliana”.