La Commissione Europea sarebbe pronta a sacrificare le produzioni alla base della dieta mediterranea, a cominciare dal vino e dal pomodoro, prodotti tipici delle tavole italiane ma ritenuti “meno importanti – spiega la Coldiretti – pur di portare avanti la propria irrealistica proposta di dimezzare l’uso di fitofarmaci”. Il riferimento è alla pubblicazione da parte della Commissione della risposta alla richiesta del Consiglio di dati e valutazioni aggiuntivi circa l’impatto della proposta di regolamento Sur sul settore agricolo Ue. Stando a quanto spiegato dalla Commissione, la proposta non causerebbe alcuna minaccia alla sicurezza alimentare, nonostante gli studi realizzati anche da concorrenti commerciali come ad esempio gli americani, dicano il contrario.



Nel dettaglio, la Commissione Europea esprime il concetto secondo cui alcune produzioni sarebbero maggiormente sacrificabili rispetto ad altre in quanto ritenute “meno importanti”, ed in particolare viene precisato che “i maggiori impatti sulla resa si verificano in colture che hanno una rilevanza limitata per la sicurezza alimentare e dei mangimi, come l’uva, il luppolo e i pomodori”. Coldiretti aggiunge: “Una vera assurdità se si pensa che il pomodoro è l’ortaggio più consumato in Europa, tal quale e come derivati (passata, polpa, pelati, sughi….), e l’uva, sia da tavola che trasformata (in vino, succhi, distillati…) è una produzione di cui l’Europa detiene il primato mondiale”.



COLDIRETTI E IL TAGLIO DELLA DIETA MEDITERRANEA: “POLITICA UE FOLLE E LONTANA DALLA REALTA’”

Non va poi dimenticato che l’Italia, culla della Dieta Mediterranea, è il principale produttore al mondo di vino, nonché il primo di derivati di pomodoro in Europa, di conseguenza sarebbe il Paese maggiormente danneggiato da una politica europea che Coldiretti definisce “folle e lontana dalle realtà delle imprese e dei consumatori”.

E ancora: “Un indirizzo che tradisce ancora una volta l’approccio incomprensibile della Commissione europea al cibo, inteso come tradizione, distintività, qualità, ma anche una mancanza di visione rispetto alla possibile penalizzazioni di settori di punta dell’economia europea, con drammatici effetti sull’occupazione”. Coldiretti aggiunge che un’eventuale “riforma” di tale tipo avrebbe come conseguenza l’aumento delle importazioni di cibo “contaminato da pesticidi da fuori dei confini comunitari dove non vengono rispettati gli stessi standard vigenti dell’Unione Europea”.