Colf e badanti costeranno di più alle famiglie italiane. Dal 1° gennaio 2023 la retribuzione minima sarà aggiornata e prevederà l’adeguamento all’80% dell’inflazione. Tradotto, le famiglie spenderanno il 9% in più per retribuire colf, badanti e baby sitter. Come calcola la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, si tratta mediamente di una spesa di 125 euro in più ogni mese, quindi circa 2.000 all’anno. Un aumento che permetterà ai collaboratori domestici di tirare un po’ il fiato e fronteggiare la crisi in corso, e che allo stesso tempo inciderà sulle famiglie alle prese con i rincari dell’energia, delle materie prime e l’inflazione, già superiore all’11%.
Sempre dall’anno nuovo scatteranno anche gli adeguamenti delle pensioni e il rinnovo dei contratti collettivi scaduti da tempo relativi ad alcuni comparti. Ma si tratta di misure che dovrebbero coinvolgere una platea piuttosto ristretta di beneficiari. “Siamo molto preoccupati perché il tempo per intervenire stringe, considerando che entro il 20 dicembre il ministero del Lavoro dovrà convocare la Commissione nazionale per l’aggiornamento retributivo” di colf e badanti, ha spiegato al Corriere della Sera la Federazione italiana dei datori di lavoro domestico, precisando che “in assenza di accordo tra le parti sociali scatterà l’aumento in via automatica”.
Aumento stipendio colf e badanti, “chiediamo scaglionamento degli incrementi”
Aumenti in arrivo per le famiglie che stipendiano colf, badanti e babysitter. Si tratta dell’adeguamento automatico all’inflazione e la proposta avanzata dalla Federazione italiana dei datori di lavoro domestico prevede che “che attraverso un confronto con le parti sociali si possa arrivare ad uno scaglionamento nel tempo di questi incrementi – si legge sul Corriere della Sera – che peseranno sui budget familiari già gravati dagli aumenti del prezzo del gas e delle bollette”. D’altra parte, l’associazione dei datori di lavoro domestico Nuova Collaborazione ha avanzato la propria richiesta di defiscalizzare il lavoro dei collaboratori domestici, dunque di colf, badanti e babysitter.
Per il presidente di Nuova Collaborazione questa misura così fortemente auspicata permetterebbe di “scongiurare il rischio di incremento del lavoro nero, fenomeno preoccupante che rischia di dilagare qualora le famiglie dovessero trovarsi nelle condizioni di non riuscire a far fronte a questi aumenti vertiginosi”, riferisce Il Corriere della Sera.