La morte di Colin Powell ha aperto un acceso dibattito negli Stati Uniti, e così pure nel resto del mondo, sulla vaccinazione anti Covid. L’ex Segretario di Stato, infatti, aveva completato il ciclo vaccinale, ma è morto per complicazioni legate al Covid, stando alle informazioni fornite dalla sua famiglia. Coloro che già nutrivano delle perplessità sull’efficacia del vaccino, nonostante ci sia una mole di dati a dimostrarla, ritengono che questa sia la prova del fatto che sia addirittura inutile farsi somministrare il vaccino anti Covid. Ma è bene mettere subito le cose in chiaro, anche se del resto lo ha già fatto molto bene Milena Gabanelli sul Corriere della Sera, spiegando chi sono i vaccinati che finiscono in ospedale e perché in alcuni casi si rende necessario il ricovero.
In primis, hanno un ruolo le patologie pregresse, che diventa grande per quanto riguarda immunocompressi e fragili. D’altra parte, il numero di vaccinati che finiscono in ospedale o addirittura muoiono è decisamente inferiore rispetto a quello dei non vaccinati, anche sani.
COLIN POWELL E LA DIAGNOSI DI MIELOMA
Se la morte di Colin Powell deve invitare alla riflessione, questa di sicuro non riguarda l’efficacia dei vaccini anti Covid. Anzi questa dolorosa vicenda evidenzia la necessità di ridurre il numero di casi di coronavirus, e quindi la trasmissione, per aiutare le persone fragili e a rischio. Alla protezione diretta fornita dal vaccino bisogna aggiungere quella “indiretta”, possibile appunto con una vaccinazione massiccia. Come riportato dal Washington Post, il politico 84enne rientrava tra i soggetti estremamente fragili, in quanto gli era stato diagnosticato un mieloma multiplo, un tumore delle plasmacellule che si moltiplicano senza controllo nel midollo osseo e talora in altre parti del corpo.
Si tratta di una condizione che può ridurre le capacità del sistema immunitario di combattere le infezioni, quale è il Covid, motivo per il quale, pur essendo vaccinato, Colin Powell verosimilmente aveva un sistema immunitario più debole per combattere la malattia. Infatti, questo è uno dei motivi per i quali si è deciso di procedere con la terza dose per anziani e fragili.