Come ha detto Matteo Renzi ad Atreju 2021, per l’elezione del Quirinale questa volta «è il Centrodestra il kinkmager»: lo conferma anche il navigato senatore della Lega Roberto Calderoli, massimo esperto di tattiche parlamentari e attuale vicepresidente del Senato.

Intervistato da “La Verità”, il leghista non usa grandi giri di parole per rivolgersi agli “avversari” della sinistra: «A sinistra non pensino di giocare a rubamazzetto». Per il segretario del Pd Enrico Letta serve un’elezione rapida e con larga maggioranza, con un nome il più possibile condiviso: Calderoli replica a tono, «È il presupposto da cui partono che mi lascia perplesso: “A larga maggioranza, purché sia uno dei nostri”. Anche no, grazie. Se si mettono in testa che un candidato di larghe intese non è necessariamente una figura di centrosinistra, allora siamo sulla buona strada». Certo, l’esperienza del Governo Draghi dimostra che anche l’impossibile – mettere insieme M5s, Pd, LeU, Lega, Forza Italia e Renzi – può divenire possibile: serve però un candidato davvero condiviso e che si rispetti le varie forze in campo.



CALDEROLI, RENZI E IL COLLE

Berlusconi non viene escluso dalla Lega – «è un candidato da quarta votazione in poi: per la maggioranza che serve nelle prime 3, il suo è un nome impensabile» – anche se la partita si giocherà in due tempi: «sui voti se dovesse emergere qualcuno che punta a una maggioranza qualificata nelle prime 3 votazioni. Dopo, conteranno di più i veti». I dialoghi fondamentali saranno quelli di metà gennaio, quando ovvero i giochi si faranno davvero “pressanti” per l’elezione del nuovo inquilino del Colle dopo Sergio Mattarella: da Salvini a Meloni e Letta, passando per Matteo Renzi che aspira ancora una volta al ruolo di “irrinunciabile” per determinare gli equilibri in Parlamento. Spiega Calderoli a “La Verità”: «Renzi ha numericamente un peso in Parlamento. Relativo, certo, ma ce l’ha. Non vedo perché non dialogare anche con lui. Negli ultimi tempi abbiamo condiviso certe cose, come il no all’ipotesi di una patrimoniale, anche se indiretta, sulle fasce più alte dei contribuenti». Una previsione più che un’esatta certezza Calderoli comunque la “gioca” sul fronte sempre più caldo dei cosiddetti “franchi tiratori”: «Sono in condizione di fare qualsiasi cosa, molto di più rispetto al passato. Esiste una pattuglia ampia e imprevedibile di parlamentari senza più grosse aspettative, per via della riduzione del numero di parlamentari o per la perdita di rilevanza di alcune forze politiche rispetto al 2018».



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