Si riunisce oggi il Collegio Elettorale Usa per eleggere il nuovo Presidente anche a livello formale: è di fatto il vero passaggio istituzionale delle Elezioni Usa, con i “Grandi Elettori” chiamati a confermare il ‘ticket’ (Repubblicani o Democratici) per il quale sono stati nominati prima delle Presidenziali dello scorso novembre. È dunque il grande giorno di Joe Biden, candidato Democratico che ha ottenuto 306 voti elettorali contro i 232 dello sfidante e sconfitto Donald Trump: dopo un mese di conteggi, di ricorsi e di tentati “ribaltoni” del Presidente uscente, la Casa Bianca si è dovuta “rassegnare” all’ultima respinta della Corte Suprema ai ricorsi avanzati dallo Stato del Texas. A meno dunque di clamorosi e quasi impossibili ribaltoni in Collegio Elettorale, da stasera Joe Biden e Kamala Harris saranno gli inquilini della Casa Bianca per i prossimi 4 anni (con l’ingresso ufficiale previsto per il 20 gennaio 2021). Le ultime flebili speranze per Trump risiedono nelle inchieste a carico di Hunter Biden, il figlio del Presidente Democratico, ma molto difficilmente si arriverà ad un esito diverso dopo tutti i voti attesi oggi al Collegio Elettorale: l’ex vicepresidente di Barack Obama ha già anticipato che parlerà alla nazione solo una volta che saranno pervenuti tutti i voti del Collegio Elettorale, con la conferma dunque dell’elezione a nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America.



COME FUNZIONA IL COLLEGIO ELETTORALE

Come noto, il Collegio Elettorale americano risponde di 538 “grandi elettori” – normalmente, funzionari, politici o aspiranti tali, esponenti di lungo corso dei partiti – con ciascun Stato che li dispone in numero pari ai propri rappresentanti eletti al Congresso. Il Collegio si riunisce non alla stessa ora e con tutti i presenti ma non per motivi di pandemia Covid-19: è infatti tradizione che i delegati votino nelle proprie rispettive capitali, senza un orario unico per tutti e 51 Stati e con l’unica regola quella di terminare la votazione e consegnare l’esito entro la giornata in corso. Le poche semplici regole per il voto sono descritte all’interno della Costituzione Usa: i Grandi Elettori non sono costretti a votare un candidato specifico, anche se vengono a loro volta nominati dai partiti, il che nel corso della storia ha posto in alcune occasioni casi particolari e mini “ribaltoni” rispetto al voto popolare ma mai però decisivi ai fini dell’elezione presidenziale (165 cambi di casacca sono avvenuti nella storia americana ma non hanno mai sovvertito l’elezione del Presidente più votato alle urne). Di contro però, in almeno 32 Stati e nel Distretto di Colombia sono previste multe particolari per chi non conferma il voto “iniziale”, con pene anche fino a 1000 dollari e un anno di carcere. Una volta votato il Presidente e la vicepresidente, i voti vengono registrati su un “Certificato di voto” e inviato al Congresso come documentazione legale dell’Elezione presidenziale.

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