COLLOQUI DI PACE AL VIA OGGI A GEDDA: COSA SUCCEDE SUL NEGOZIATO DI GUERRA

Sono iniziati nelle scorse ore i colloqui di pace a Gedda in Arabia Saudita per provare ad intavolare un negoziato sulla fine della guerra in Ucraina: oltre 30 Paesi – ma manca la Russia – si ritrovano al tavolo per trovare una formula su cui insistere nei prossimi mesi cruciali volti a far terminare le ostilità tra Mosca e Kiev. Ai colloqui di pace di Gedda partecipano oltre all’Ucraina i Paesi del G7 (Usa, Uk, Francia, Italia, Germania, Giappone, Canada), l’Unione Europea e i Paesi BRICS senza Putin (dunque solo Cina, Sudafrica, Brasile e India).



Sul tavolo si è partiti dalla formula di dieci punti proposta per la pace dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Mi aspetto colloqui difficili ma di successo perché tra di noi c’è la verità», ha spiegato Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente Zelensky, che rappresenterà Kiev alla riunione, «La formula di pace del Presidente Zelensky è il modo per porre fine alla guerra. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto implementando punti specifici che andranno a beneficio di tutte le altre nazioni e della sicurezza globale». In un discorso apparso sui social è lo stesso leader ucraino ad aspettarsi molto dai colloqui di pace in Arabia Saudita: «a Gedda si terrà un incontro di consiglieri di capi di Stato, colloqui importanti per riportare la pace. Da questo dipende il destino di milioni di persone in Africa, Asia e altre parti del mondo». Nel frattempo ieri da Fatima durante la GMG 2023, Papa Francesco ha nuovamente invocato la preghiera per la pace facendo poi anche sapere che la prossima tappa della delicata missione di pace del Vaticano vedrà il cardinale Zuppi presto a Pechino in Cina.



GUERRA IN UCRAINA, I COLLOQUI DI PACE SENZA LA RUSSIA: LA POSIZIONE DELL’EUROPA

Una primissima intesa emerge stamane dai colloqui di pace in corso a Gedda con i rappresentanti diretti dei capi di Stato: «il rispetto dell‘integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina deve essere al centro di qualsiasi accordo di pace, così come il primato della Carta ONU». A dirlo sono fonti dell’Unione Europa al termine della prima giornata di negoziati in Arabia Saudita: il mancato invito della Russia di certo diminuisce il peso di un vertice del genere, ma è la presenza di Arabia e Cina soprattutto a rendere comunque non del tutto inutili dei negoziati senza una delle parti dirette in causa.



Intanto è stata poi decisa la formazione di gruppi di lavoro «sui temi chiave dei dieci punti per la formula della pace proposta da Kiev», rilevano ancora le fonti Ue alle agenzie internazionali. Si lavora poi per un vero summit per colloqui di pace con i leader e capi di Stato mondiali, anche se «i tempi sono ancora in sospeso, ma prima della fine dell’anno è considerato plausibile». L’inviato della Cina per gli Affari euroasiatici, Li Hui, si è detto «determinato a contribuire a una soluzione politica della crisi ucraina». Il rappresentante di Lula dal Brasile, Celso Amorim, sottolinea come «qualsiasi vero negoziato deve includere tutte le parti, compresa la Russia. Sebbene l’Ucraina sia la vittima più grande, se vogliamo davvero la pace, dobbiamo coinvolgere Mosca in questo processo in una forma o nell’altra». Dal Cremlino – fa sapere il portavoce Dmitri Peskov – resta comunque l’attenzione agli sviluppi di quanto emerge dai colloqui di pace a Gedda.