Il presidente della Colombia Gustavo Francisco Petro Urrego è stato recentemente ospitato dalla Santa Sede in Vaticano per discutere con Papa Francesco, a quanto si è appreso in un secondo momento, della ‘pace totale’ che il presidente vorrebbe instaurare sul territorio colombiano. Il presidente, infatti, in conferenza stampa ha sottolineato la positività del dialogo con il pontefice, oltre ad aver ringraziato la Santa Sede per il lavoro che ha sempre svolto al fianco della Colombia, nell’auspicio che il Vaticano diventi il luogo di una futura trattativa di pace con l’ENL, ovvero l’Esercito di Liberazione Nazionale, centrale nelle numerose guerriglie colombiane che da decenni mettono a ferro e fuoco il paese.
Colombia: gli scontri armati e i tentativi di pace
La formazione dell’ENL in Colombia venne fatta nel 1964, su spinta degli ideali della rivoluzione cubana, riuscendo ad ottenere in breve tempo l’appoggio sia del mondo religioso, che della popolazione. Scoppio, poco dopo, una pesante e diffusa lotta civile, che già nel 2017 ha portato Papa Francesco a visitare il territorio colombiano per portare il suo messaggio di pace e speranza. Il presidente Petro, invece, fin dalla sua elezione ha promesso un’ampia campagna di ‘pace totale‘, che si è già concretizzata in diversi incontri.
Infatti, l’incontro tra il presidente della Colombia e Papa Francesco è solamente l’ultimo di un ciclo di cinque colloqui che si sono già tenuti in Venezuela, Messico e Cuba. Similmente, la causa colombiana ha ricevuto l’appoggio delle Nazioni Unite, oltre che della Chiesa cattolica, mentre Cuba, Norvegia e Venezuela si sono fatti garanti del piano di riappacificazione. A fare i primi sforzi verso una pace e una riconciliazione tra guerriglieri e Colombia fu l’ex presidente Juan Manuel Santos, che firmò il primo accordo con la FARC, trasformandolo da gruppo armato a partito politico. Petro ha raccolto il testimone di Santos e ha deciso di concentrare i suoi sforzi nei confronti dell’ELN, riuscendo ad ora a far interrompere il sequestro dei civili e ad instaurare un regime di pace transitoria semestrale.