L’ALLARME DI UCIMU SULLA FRENATA DEL PIL: “ORDINI GIÙ DEL 23%”
La frenata del PIL registrata nell’ultima rilevazione Istat sul secondo trimestre 2023 si fa sentire anche nella realtà delle imprese, non solo nei numeri indicativi delle statistiche: a lanciare l’allarme è oggi sul “Corriere della Sera” la presidente di Ucimu Barbara Colombo. «È vero, nel primo semestre dell’anno abbiamo registrato un calo degli ordini del 23%dati Istat sul rallentamento della crescita non ci sorprendono affatto. Anzi, nel settore delle macchine utensili le nu-bi all’orizzonte le abbiamo vi- ste già diversi mesi fa», sottolinea la n.1 dell’associazione.
Ucimu è l’associazione dei produttori di macchine utensili in tutta Italia e dopo le produzioni record degli scorsi mesiper noi entrambe sono molto importanti perché il nostro settore fattura in media il 50% all’estero e il 50 in Italia. Detto questo, l’estero registra un meno 18%, l’Italia un meno 29», rileva ancora la presidente Colombo al “CorSera”.
BARBARA COLOMBO (UCIMU): “NON CI ARRENDIAMO, ECCO COME FAR RIPARTIRE LA DOMANDA”
Nel calo della domanda sicuramente influisce anche l’attesa per capire se nella prossima Manovra di Bilancio in autunno arriveranno nuovi incentivi e tagli sul costo del lavoro dal Governo: «Se gli incentivi arrivassero e se le imprese li riterranno utili, allora la domanda potrebbe ripartire. Come vede però ci sono diversi “se”», riflette ancora Barbara Colombo che non per questo si “abbatte” per la frenata di crescita e domanda. «Nonostante tutto io sono fiduciosa. La partita è ancora tutta da giocare, è presto per arrendersi», afferma la presidente di Ucimu che ricorda come l’intero settore conta comunque di chiudere con segno “più” il 2023, con il calo degli ordini che dovrebbe ripercuotersi solo dal 2024 in poi.
L’economia tedesca in forte frenata sicuramente pesa molto per l’export delle macchine utensili ma non per questo il mercato si ferma: «le nostre imprese hanno cominciato per tempo a investire su altri Paesi. Gli Stati Uniti sono diventati uno dei più importanti mercati di sbocco delle macchine utensili italiane. E poi c’è l’Asia che dopo il Covid è ripartita». Come Ucimu, racconta ancora Colombo, si è favorito in questi anni la nascita di una rete di imprese per poter sviluppare il mercato indiano, così come in Vietnam e Messico, «tutti mercati in grande crescita». La “scommessa” sul futuro non è però solo sull’attesa degli incentivi – che pur saranno utili – dalla Finanziaria: se infatti anche le pmi sono divenute molto abili a muoversi sui mercati, a fare la differenza è il prodotto e la competenza: «Più i prodotti sono standardizzati e “semplici” più subiscono la concorrenza delle aziende asiatiche. Noi, come il settore del packaging, per esempio, facciamo produzioni mirate e adattate alle esigenze di ogni singolo cliente. Questo è determinante per reggere la concorrenza a basso costo di turchi e asiatici». Qualità ma anche sviluppo digitale e sostenibilità sono le “regole” per Ucimu per poter ripartire bene: «Investire su digitalizzazione e sostenibilità. Chi lo fa per primo intercetta d’anticipo un pezzo importante di mercato».