A Storie Italiane il caso del professore e psichiatra 63enne colpito a inizio mese con un fortissimo pugno al volto mentre stava camminando per strada, senza alcun motivo. L’uomo stava tornando a casa in quel di Torino, quando è stato appunto raggiunto da un giovane che l’ha colpito in maniera violenta: “Stavo camminando per strada – racconta la vittima in diretta tv su Rai Uno – erano le 11:00 del mattino, stavo tornando a casa dalla banca vicino al mercato della mia zona, e ho visto questo ragazzo avvicinarsi che scostava le varie vecchiette, mi è arrivato addosso, poi ho un’amnesia ante-retrogada non ho visto il pugno arrivare, ma è arrivato un gancio destro che mi ha sfasciato la zona sinistra della faccia poi mi ha sbattuto contro il muro e ho avuto una frattura alla clavicola”.



Quindi il professore psichiatra ha proseguito: “Mi ha colpito uno sconosciuto, un ragazzo fra i 20 e i 25 anni. Non è stato ancora identificato, non hanno trovato testimoni. Ci sono testimoni perchè persone sono corse in mio aiuto ma le telecamere della zona erano spente o false e non è stato individuato”. E ancora: “Io non l’ho visto, l’ho percepito per dieci/quindici secondi. Non aveva la faccia da disagiato, purtroppo il disagio psichico altera i lineamenti, sguardo e approccio, ma questa persona era apparentemente molto normale”.



COLPITO DA UN PUGNO AL VOLTO MENTRE CAMMINAVA, LA VITTIMA: “CREDO CHE DIETRO VI SIA UN GRANDE VUOTO”

Secondo il professore c’è un grande vuoto dietro tale gesto: “Io credo che dietro vi sia un grande vuoto, se una persona è ridotta a fare questo ha un vuoto psicologico ma soprattutto ha una perdita di relazione con gli altri, io non ero più un essere umano che poteva essere derubato o pestato per antipatia, ma un pungiball come alle giostre, quindi il gioco non era differente dall’esperienza della mia gioventù quando si davano i pugni al tira pugni alle giostre a carnevale, è diventata una cosa più raffinata e in cui l’oggetto è altro è una cosa e non un essere umano”.



Dallo studio gli chiedono se magari possa essere stato qualcuno che gliela voleva far pagare: “Assolutamente certo che sia uno sconosciuto – ha replicato – poi se qualcuno vuole agire una vendetta, mediamente deve comunicare il messaggio, ‘ti punisco per questo’. La mia azione nociva è priva di comunicazione, perderebbe il suo scopo. Da come si muoveva sembrava non un novizio ma uno che sapeva come muoversi. Mia figlia poi è andata a chiedere ai negozianti subito dopo l’aggressione, ma c’è stata totale omertà”.