Con il colpo di Stato che si è consumato giovedì sera in Niger, l’Africa perde il terzo Paese filo-occidentale e potrebbe presto assistere alla fuga di milioni di disperati. È quanto analizza Domenico Quirico tra le pagine de La Stampa, che scrive eloquentemente: “fino a ieri i golpisti si mettevano sull’attenti quando telefonavano le consegne dal numero 14 rue Saint Dominique, oggi chiamano loro per ordinare ai francesi di fare i bagagli”.
Ci sono ancora numerosi interrogativi e punti oscuri sul colpo di Stato in Niger e forse è ancora troppo presto per fare chiarezza sulle dinamiche che hanno portato a questo evento. Al momento, l’ex presidente è ancora in vita e si trova nella sua residenza. Eppure, come scrive Quirico, “comunque si sviluppi l’ammutinamento, il punto centrale è il modo in cui sulle rive del Niger, un fiume che per l’Africa è la sintesi della vita, il respiro, l’immediato domani, muore l’impero coloniale della Francia: miseramente, senza stile, tra bugie e porcherie”, parlando di un “capitolo disonorevole, sopravvissuto perfino alla logica” che “si sta sgonfiando come un pallone di gomma, di quelli che fluttuano in aria e poi con un fischio diventano uno straccio di plastica. La Storia, davvero, non finisce con un botto ma con un lamento”. Anche nel vicino Mali, del resto, il francese è stato abolito come lingua nazionale. Ma chi o cosa subentrerà all’Occidente nel continente africano?
Colpo di Stato in Niger, Quirico: “Wagner ha riempito vuoti lasciati da Francia e da Occidente”
Colpo di Stato in Niger, la presa dell’Occidente e in particolare della Francia sull’Africa si fa così sempre più debole. Secondo l’analisi di Domenico Quirico pubblicata su La Stampa, “già si ascolta, anche per il Niger, la solita tiritera che ribalta la gerarchia delle evidenze, ovvero che dietro l’ammutinamento ci sarebbe la diabolica mano della pestifera Wagner putiniana”. Ribadendo con forza che invece “la Wagner non ha inventato niente in Africa, ha solo riempito con traffici e violenza suoi i vuoti che la Francia, e l’Occidente, ha scavato in questi Paesi: con decenni di complicità interessate e di sfruttamento, coltivando servilità e prostituzioni dei suoi alleati al potere, consentendo la saldatura tra l’ingiustizia da denaro e l’ingiustizia da potere. Un luogo dove siamo stati a un tempo corrotti e corruttori”.
Quirico mette inoltre in luce “le statistiche dei sequestri: nel Sahel 850 ostaggi negli ultimi sei anni, non sono occidentali, sono insegnanti operatori umanitari capi religiosi commercianti, vittime per cui nessuno pagherà o sprecherà un articolo una parola una denuncia”.