Una giornata surreale per la Russia quella della marcia su Mosca che si è fermata a 200 chilometri dalla capitale. Tutto è partito da Prigozhin, capo dei miliziani della Wagner che ha agitato lo spettro del colpo di stato. Alle ore 19:30 circa ha annunciato il repentino dietrofront, frutto del negoziato col presidente bielorusso Lukashenko. Ci sono però tanti aspetti di questa vicenda che non tornano, a partire dalla decisione del Cremlino di archiviare il procedimento contro il capo della Wagner, scelta confermata dal portavoce Dmitry Peskov. Non è secondario il fatto che la rivolta sia stata fermata grazie alla mediazione di Minsk, una circostanza che rischia di indebolire ulteriormente Vladimir Putin, secondo quanto riportato da Il Giornale.
E poi c’è l’accordo. Ci sono garanzie sulla sicurezza del gruppo Wagner, infatti si parla di archiviazione del procedimento per Prigozhin e amnistia per i miliziani. Chi invece non ha partecipato alla rivolta, e lo desidera, può firmare contratti col ministero della Difesa. Un altro giallo, che apre le porte allo scioglimento del gruppo Wagner. Dunque, Mauro Indelicato su Il Giornale precisa che il caos scatenato da Prigozhin potrebbe non essere finito. Infatti, la vicenda mostra la forte perdita di credibilità di Putin, costretto ad accettare gli aut aut di Prigozhin per fermare la marcia su Mosca, dove già ci si preparava al peggio. Dunque, cambiano gli equilibri di potere nel Cremlino. Putin ha dimostrato di non controllare al meglio ciò che accade nel suo Paese. Anche il fatto che sia stato Lukashenko a sciogliere il nodo evidenzia la debolezza di Putin, sia dentro che fuori dalla Russia. (agg. di Silvana Palazzo)
COLPO DI STATO IN RUSSIA? RIVOLTA WAGNER, RISCHIO GUERRA CIVILE
L’ombra del colpo di stato aleggia sulla Russia, con Evgenij Prigozhin diventato principale antagonista di Vladimir Putin, il quale evoca lo spettro della guerra civile. Il malcontento attorno all’operazione militare speciale in Ucraina è culminato venerdì, con l’accusa ai vertici della Difesa di aver attaccato volutamente i suoi soldati causando morti e feriti. La disputa non è stata circoscritta come in passato, ma anzi sta assumendo dimensioni inaspettate. Prigozhin ha, infatti, deciso di lanciare i mercenari della Wagner in uno scontro totale contro i vertici russi, consapevole della posta in gioco altissima. I miliziani della Wagner sono, quindi, arrivati allo scontro con l’esercito regolare russo: sono stati abbattuti elicotteri mandati contro di lui.
Dall’Ucraina è poi arrivato a Rostov, snodo strategico fondamentale per la Russia nell’invasione, prendendone il controllo. Ora sta marciando su Mosca in un’iniziativa che Putin ha paragonato a quella dei bolscevichi che nel 1917 «pugnalarono alle spalle» l’esercito coinvolto nella Prima guerra mondiale. Per Putin è la crisi più grave dal suo insediamento, per la Russia è una crisi senza precedenti dai tempi dello scontro a colpi di cannone del 1993 tra l’allora presidente Eltsin e i ribelli del Soviet Supremo che si erano asserragliati al Cremlino. Non sono mancati appelli ai miliziani ad una ribellione contro Prigozhin, ma hanno avuto effetto opposto.
COLPO DI STATO IN RUSSIA? MOSCA BLINDATA, MISURE ANTITERRORISMO
La situazione è delicata e tesa, mentre cresce il rischio della guerra civile in Russia. Nella mattinata di oggi, sabato 24 giugno, è stata lanciata ufficialmente la rivolta armata contro il governo russo, dopo aver lanciato minacce ai vertici militari russi. Nel frattempo, a Mosca sono state introdotte misure antiterrorismo: ad esempio, è stata chiusa la Piazza Rossa e sono state rinviate tutte le cerimonie per la chiusura dell’anno universitario. Sarebbero stati richiamati a Mosca «tutti i militari che finora erano rimasti nelle riserve e nelle zone di confine». Anche perché la Wagner, che sta avanzando verso la capitale russa, dovrebbe arrivarci in 20 ore. La BBC ha verificato un video che mostra un convoglio Wagner di mezzi armati che viaggia sull’autostrada M4 che collega Voronezh a Mosca, tramite la regione di Lipetsk, il cui governatore ha chiesto ai residenti di restare a casa, confermando l’arrivo dei miliziani. Pare che durante il tragitto ci siano stati attacchi, colpi di artiglieria e poi da elicotteri, da parte delle forze regolari, ma non ci sono conferme a riguardo.
L’Ucraina dal canto suo riferisce che Mosca si sta preparando all’assedio e che la città è blindata, con check-point ad ogni incrocio. Gli Stati Uniti, l’Europa e più in generale il resto del mondo segue con attenzione la situazione. Infatti, la premier italiana Giorgia Meloni ha dichiarato: «Quello che può accadere è imprevedibile». Per l’Ucraina questa vicenda ha inevitabilmente un impatto sulla guerra in corso: «Si decide tutto nelle prossime 48 ore», ha dichiarato Podolyak, consigliere di Zelensky. Quest’ultimo invece invita alla cautela. Per quanto riguarda Putin, sono state smentite le voci di una fuga. Un portavoce ha dichiarato che sarebbe rimasto al Cremlino. Ma l’aereo presidenziale sarebbe atterrato a San Pietroburgo, non si sa se il presidente della Russia fosse a bordo.