Si vedono i primi frutti del lavoro. Il pareggio a San Siro offre alla Juve tante buone indicazioni. La prima è che la Juventus ha giocato alla pari con l’Inter senza alcun complesso di inferiorità; la seconda è che l’undici bianconero sta assimilando i dettami tattici di mister Del Neri; la terza, quella più incoraggiante, è che la squadra è in costante crescita. Questa Juve, nonostante le comprensibili fatiche europee, ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, dimostrando carattere e personalità.

Non ha quasi mai subito passivamente l’avversario, se non nella parte centrale del secondo tempo. Forse sarebbe stato più utile inserire prima Sissoko per dare sostanza alla zona mediana. Buona, comunque, la prova del duo Aquilani-Melo: incominciano a trovare la giusta posizione. Il brasiliano, in particolare, è ormai un calciatore ritrovato. In mezzo al campo la Vecchia Signora ha più soluzioni anche dell’Inter. La sorpresa tattica di Del Neri è stata l’inserimento di Marchisio sulla corsia di sinistra, che ha frenato le avanzate di Maicon.

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Devastante ancora una volta Krasic, anche se al serbo non si può chiedere troppo di fare la fase difensiva. Non a caso la Juve su quella fascia è andata in difficoltà al cospetto di Samuel Eto’o. Certi giocatori, lo sa bene il tecnico di Aquileia, si fermano attraverso una lavoro corale fatto di raddoppi continui: bisogna, però, dare tempo alla squadra di oliare alcuni meccanismi. In attacco si è mosso bene Quagliarella, mentre Iaquinta ha fatto un lavoro più nell’ombra (ha cercato di dare profondità alla squadra buttandosi in ogni spazio aperto) che ha influito un po’ sulla sua lucidità nei metri finali.