La dirigenza della Juventus sta per chiudere il cerchio. L’infortunio di Amauri e i sempre più frequenti acciacchi di Iaquinta autorizzano la società a muoversi sul mercato fin da gennaio. Inizialmente si pensava a un grande colpo per l’estate, ma adesso la proprietà si è convinta a rinforzare subito il settore avanzato. Lo fa, però, nell’ombra, anche perchè non ha alcuna intenzione (per non ripetere l’errore commesso con Dzeko) di far lievitare i prezzi dei cartellini. Sulla lista c’è sempre il nome di Pazzini, che non ha gradito la gestione del gemello del gol Cassano e, soprattutto, teme un ridimensionamento complessivo della Samp. Difficile, però, che Garrone si scontri così platealmente con la piazza. Sul fronte estero resta in auge il nome di Forlan: è altrettanto improbabile che la Juve decida di investire un somma ingente per un calciatore che ha già superato i trent’anni. Il taccuino di Marotta ospita anche il nome di Maxi Lopez del Catania, magari mettendo sul piatto anche Lanzafame.
Marica dello Stoccarda potrebbe essere l’altro nome. Ai tedeschi (sia allo Stoccarda che al Wolfsburg), però, piace Momo Sissoko. Rimane più complicata, comunque, la pista estera: nel mercato di gennaio si cerca un calciatore che si possa adattare in fretta al campionato e, quindi, è meglio pescarlo dalla serie A. Da questo punto di vista Alberto Gilardino sarebbe l’interprete ideale, ma la Fiorentina non può concedersi il lusso di cedere l’ex rossonero a stagione in corso. Potrebbe pesare la volontà del giocatore, che già in estate aveva manifestato il suo interesse per la Juve. Non è impossibile chiudere l’affare. Alberto sa che può essere l’occasione per il rilancio.
Nel frattempo la Juve deve concentrarsi sul campionato. Va a Genova per riprendere il feeling con la vittoria dopo due pareggi consecutivi. La Juventus di Gigi Del Neri è pronta a scalare la classifica. Nell’ambiente bianconero questa settimana si è respirata una grande convinzione: bastava vedere gli allenamenti per toccare con mano la determinazione dei giocatori.
I due mezzi passi falsi con il Brescia e con la Roma sono solo un ricordo, ora conta mettere fieno in cascina per non perdere ulteriore terreno dalla capolista Milan. Come avevamo già scritto lo staff tecnico ha avuto a disposizione – senza interruzioni – cinque giorni di lavoro intenso, che ad alcuni è servito anche a recuperare lo smalto migliore. E’ vero anche che alcuni hanno dovuto affrontare anche le fatiche della nazionale, ma l’esperienza – se pensiamo ad Aquilani e a Quagliarella – è stata positiva e aumenterà l’autostima di entrambi.