Tutti sotto la curva. La gioia dei giocatori juventini a fine gara vale più di ogni commento. La Juventus si è liberata di un peso, dimostrando a se stessa e alle altre compagini che con il carattere e l’organizzazione tattica non è inferiore a nessuna squadra. Non a caso in questo campionato ha superato Milan e Inter. La vittoria nel derby d’Italia porta serenità all’ambiente nel momento migliore: a 13 gare dalla fine del campionato – come abbiamo già scritto – la Juventus può centrare l’obiettivo Champions. Adesso serve continuità nei risultati ecco perché è fondamentale portare a casa 6 punti nelle prossime due gare (Lecce e Bologna) per accorciare ulteriormente la classifica prima del big match con il Milan. Disputando una partita a settimana diventa tutto più facile.

Lo stesso Delneri gongola con una panchina finalmente lunga: Del Piero, Iaquinta, Pepe e Sissoko. L’unico appunto che si può muovere al mister di Aquileia è quello relativo al terzino sinistro, perché ha impiegato troppo tempo per capire che, forse, era il caso di provare Chiellini, inserendo il buon Legrottaglie, ora al Milan, al centro.

Ottimo (se pur criticato in sede di campagna di rafforzamento) l’arrivo di Barzagli, il vero leader della difesa. Andrea sta mettendo Bonucci nelle condizioni di tornare sui suoi migliori livelli. Una nota di merito, infine, per il baby Sorensen, che ha controllato (solo una svista) bene la fascia sia in fase difensiva che in appoggio (suo l’assist per il gol di Matri). La Vecchia Signora appare più equilibrata e corta fra i reparti con due attaccanti che occupano stabilmente l’area di rigore. Aveva ragione Delneri quando diceva che gli infortuni erano la causa principale del crollo bianconero. Anche questo servirà da lezione per il rilancio bianconero.