JUVENTUS BRESCIA – C’è solo Alex. La Juventus ritrova la vittoria con il sigillo del suo capitano, troppo a lungo messo ai margini in questi tre mesi ricchi di difficoltà. A fine gara lo stesso Del Neri ha riconosciuto in Del Piero il valore aggiunto della squadra bianconera, l’arma in più per scardinare le difese avversarie. Sì, la Juventus – questa Juventus – non può prescindere dalla prestazioni di Pinturicchio. Per il resto, il successo contro il Brescia è come una piccola aspirina per curare l’influenza che da tempo affligge la Vecchia Signora. La guarigione è ancora lontana: troppi gli errori e i pasticci per gettare le basi di una rinascita primaverile. L’Europa League è lontana, ma non troppo. Molto dipenderà dal prossimo turno di campionato che vedrà in scena alcuni scontri diretti: Napoli-Lazio e Roma-Juve su tutti. C’è tempo – considerata la pausa della nazionale – per ricaricare le batterie e ricacciare lo spettro di un’altra annata negativa. Nella passata stagione all’Olimpico Del Neri giocò un brutto scherzo ai giallorossi, consegnando lo scudetto nelle mani dell’Inter; adesso deve ripetersi per avvicinare i romanisti e prendere fiducia. Da sempre il mese di aprile porta fortuna al tecnico di Aquileia, che crede ancora alla Champions: basta (non è poco) vincere tutte le gare.



Poi al termine del campionato si faranno le dovute considerazioni, anche se la curva ha già emesso il suo verdetto: sul banco degli imputati lo stesso Del Neri e Marotta definiti con uno striscione impietoso «incapaci». Tifoseria che ha nel mirino anche la società, che in questi anni con Ranieri-Ferrara-Zaccheroni-Del Neri ha inanellato solo risultati negativi. Difficile contrastare queste opinioni, ma la storia della Juve richiede amore e passione fino alla fine. I giocatori (accompagnati dal grido «andate a lavorare ) hanno bisogno del supporto dell’intero stadio; molti calciatori non meritano la riconferma, altri devono dimostrare ancora di essere da Juve; e gli applausi? Per il momento solo per Del Piero.

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