Forse a mostrare entusiasmo al cospetto del nuovo corso bianconero targato Antonio Conte si può essere accusati di soffrire della sindrome da inguaribili ottimisti, ma non si deve neppure avere paura di concedersi un briciolo di speranza per la prossima stagione. Sì, è vero, anche con del Neri i presupposti erano buoni, ma poi i risultati sono stati scarsi. Detto questo, ci sono almeno dieci buoni motivi per credere nel progetto del tecnico nato a Lecce. Proviamo a elencarli.



) Il tecnico conosce l’ambiente e ha il carisma giusto, oltre che la personalità, per imporsi nello spogliatoio. A differenza di Ferrara può contare su una società più solida alle spalle

) Antonio Conte è stato scelto da Andrea Agnelli, che quindi lo sosterrà in ogni situazione

) Finisce il legame diretto allenatore-direttore sportivo che in questa stagione ha portato pochi risultati, il progetto è la Juventus: le persone passano



) Alcuni vecchi giocatori come Del Piero e Buffon sono leoni feriti: vogliono tornare a vincere per chiudere in bellezza la carriera

) Il nuovo allenatore ha il sostegno di tutta la tifoseria, particolare non indifferente nei normali momenti di difficoltà che attraversa la squadra

 

) Con l’arrivo di Conte anche Pavel Nedved si avvicina ulteriormente alla squadra: per i calciatori avere a bordo campo un ex giocatore (che sa di calcio) è un motivo di stimolo oltre che un’opportunità per ricevere dei consigli

 

) Antonio Conte ha fatto la gavetta nelle serie minori e vuole dimostrare a se stesso di essere pronto per il grande salto. E’ meticoloso e lavora 24 ore al giorno. Non ha l’esperienza? Si diceva lo stesso di mister Allegri…



 

) La rosa verrà ristretta, puntando sulla qualità e non sulla quantità, mettendo fine ad alcune presenze incomprensibili

 

) Il minore – inevitabile – tasso tecnico può essere compensato dalla fame di vittorie e dalla grinta messa in campo

 

) Non avere competizioni europee nella stagione della rinascita permette al tecnico di poter lavorare in tranquillità durante tutta la settimana. Un po’ come è successo il primo anno con Ranieri. Per Antonio è un’opportunità in più per crescere a contatto dei giocatori.