Ha festeggiato il 74° compleanno in famiglia circondato dagli affetti dei cari, quelli che in questi cinque anni non l’hanno mai abbandonato. Sì è vero, proprio sabato è arrivata la conferma della radiazione, ma questo forse è un particolare di poco conto, se si considerano invece le pagine con cui Palazzi accusa l’Inter di aver violato l’articolo 1 e 6 del codice sportivo. In molti oggi, quindi, prendono le distanze dalle accuse unidirezionali di ieri («Moggi è la mela marcia»), ma piuttosto affermano che «il sistema era malato». E’ il primo compleanno dall’estate 2006 che si apre in maniera diversa: non solo il popolo juventino, ma anche gli altri appassionati di calcio lo avvicinano lungo la strada e sono sempre più convinti che il processo di calciopoli è stato sommario e troppo veloce. Alcune telefonate (l’unica arma dell’accusa perché non ci sono partite comprate o arbitri corrotti) che nel 2006 furono ritenute ininfluenti, oggi risultano determinanti per chiarire il quadro della situazione.

Perché? Troppo comodo anche per la Figc chiamare in causa il solo Guido Rossi. Moggi ha pagato alcune colpe, prime fra tutte la questione relativa alla Gea e lo strapotere della Juventus. Ha pagato, purtroppo per il popolo bianconero, anche una fase di transizione della famiglia Agnelli, che di fatto ha scaricato (temendo la scalata azionaria in un momento di debolezza) Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

 

Con il Dottore e con l’Avvocato queste cose non sarebbero successe. La radiazione è la risposta alla paura di risarcimenti milionari così come la revoca dello scudetto sarà vincolata a un accordo previo con la Juventus per evitare che la società di corso Galileo Ferraris chieda i danni alla Federazione. E si parla di centinaia di milioni di euro, non di spiccioli.