L’affondo di Andrea Agnelli su calciopoli è musica per le orecchie bianconere. Il giovane presidente fa bene, ogni tanto, a tornare sull’argomento, anche perché quello che successe non fu una cosa normale. Un intero movimento, un intero Palazzo, si scagliò contro la Juventus e contro i suoi dirigenti di allora (Moggi e Giraudo). Sì, al tempo si registrarono comportamenti anomali che vanno, però, letti nell’andamento generale. C’erano pressioni più o meno esplicite favorite dallo stretto contatto della classe arbitrale con i dirigenti delle singole società: un rapporto di amicizia che in molti casi sfociava in, forse, un debito di riconoscenza? E in questo quadro la Juve fu il capro espiatorio perfetto perché serviva per eliminare “politicamente” personaggio scomodi e per fare anche pulizia all’interno della Federazione. Prendiamo l’esempio di Franco Carraro che, “cacciato” dalla porta, è rientrato non dalla finestra ma addirittura con un premio (aveva mantenuto anche il posto come membro esecutivo dell’Uefa perché conosce il calcio in tutte le sue pieghe). Coinvolto nello scandalo, in quanto venne intercettato mentre parlava con il designatore arbitrale Paolo Bergamo, pregandogli di favorire a livello arbitrale la Lazio, fu squalificato per 4 anni e 6 mesi nella sentenza della CAF (primo grado), per poi essere multato di 80.000 euro nella sentenza della Corte federale. A livello penale va anche detto che il 29 maggio 2009 è stato prosciolto dall’accusa di frode sportiva. Oggi Carraro è membro del Cio, il Comitato olimpico internazionale. Opportunamente o inopportunamente non si può sapere, ma di certo non ha ricevuto lo stesso trattamento riservato ad altri per i quali è stata proposta la radiazione. Ha sicuramente il merito di conoscere lo sport, ma fa un po’ sorridere che il massimo rappresentante del mondo del pallone ai tempi di calciopoli non sapesse nulla di quello che stava succedendo. Non è che, forse, tutto era normale? Ha ragione Andrea Agnelli quando dice “Siamo stati puniti dalla giustizia sportiva ma non esiste una singola prova. E c’è una Corte che ha stabilito che il campionato 2005/2006 non è stato influenzato in alcun modo. Inoltre il campionato 2004-2005 non è mai stata sotto investigazione”. Il suo ragionamento è ineccepibile. Va anche detto che l’azzeramento della triade, come abbiamo scritto più volte, purtroppo era visto – all’interno della proprietà – come il cosiddetto male minore. Non a caso la società, preoccupata dal presunto rastrellamento delle azioni, scaricò praticamente subito gli alfieri dei successi sportivi ed economici di quella Juve, servendo così un assist d’oro alla Procura federale. Spiace tornare su questi argomenti, ma occorre…
… fare chiarezza anche perché i tifosi juventini, oltre al danno della serie B e all’azzeramento della squadra, dal 2006 ad oggi devono convivere con un pregiudizio negativo molto forte di cui difficilmente riusciranno a liberarsi. E a chi dice che le sentenze vanno rispettate, va anche ribadito che il giusto processo (compresa la considerazione di tutte le prove, in questo caso intercettazioni smarrite, recuperate o tralasciate per qualche motivo…) deve essere salvaguardato.