Nel calcio, come nella vita del resto, c’è la tendenza diffusa a puntare il dito contro le persone. Soprattutto nei momenti di difficoltà si sprecano i commenti e i giudizi negativi. Di fatto questo è quello che sta accadendo a Sebastian Giovinco, bollato un po’ troppo frettolosamente dalla critica e dagli stessi tifosi. Sì, Giovinco non ha fatto un inizio di campionato strepitoso, ma si può considerare allo stesso livello degli altri attaccanti per il rendimento. Non è Del Piero e lo sappiamo. È inutile pensare di riprodurre un giocatore come Pinturicchio, è però altrettanto inutile accanirsi così nei confronti della Formica Atomica. La maggior parte degli addetti ai lavori non lo considera all’altezza del blasone della compagine bianconera e ogni occasione, come in Champions contro i danesi, diventa un’occasione buona per rafforzare il concetto. Sebastian è un talento raro nel panorama italiano con delle caratteristiche uniche e specifiche: non si può, infatti, chiedergli di ripiegare nella fase difensiva. Fisicamente può ancora migliorare, mettendo qualche chilogrammo di muscolatura utile per non perdere i contatti spalla a spalla. Per il resto sta pagando anche un centrocampo che gioca a fasi alterne con alcuni interpreti non ancora al top della forma. Ma anche questo rientra nell’ordine delle cose di una stagione che si preannuncia molto lunga. Difficile, parlando di Giovinco, pensare che due allenatori bravi come Prandelli e Conte abbiano completamente sbagliato la valutazione sul ragazzo. In particolare Conte l’ha rivoluto fortemente a Torino, agevolando anche l’uscita di scena di Del Piero per fare spazio all’ex calciatore del Parma. Dall’altro versante chi frequenta il ragazzo,a allenamento dopo allenamento, ammette candidamente che forse sta accusando un po’ il peso della responsabilità. E alla sua età è normale. C’è anche da dire che la mancanza di una gerarchia chiara tra lui, Quagliarella e Matri mette tutti e tre sotto pressione. Per chi, come Quagliarella, è abituato, può essere uno stimolo, per chi, come Giovinco, cerca la consacrazione, può essere un ostacolo. In attacco, si sa, l’unico titolare inamovibile è Vucinic. Il mister, comunque, con l’aiuto dei senatori non vuole perdere per strada Giovinco, che vuole e può essere determinante in questa Juve.
Poi alla fine dell’annata sportiva si valuterà se è un calciatore da Juve o se anche lui (come è successo fra gli altri recentemente a Miccoli e a Diamanti) ha bisogno di una piazza più tranquilla per spiccare il volo. C’è da dire che ha una qualità importante, e non indifferente, per gestire le situazioni di tensione: l’intelligenza. È un perfezionista che vuole migliorarsi giorno dopo giorno. I tifosi della Juve, ma anche della nazionale, se lo augurano.
Luciano Zanardini