Il complesso europeo. È questo quello che deve evitare la Juventus all’ottavo pareggio consecutivo nelle competizioni continentali. Nessun dramma. Non va dimenticato, infatti, che la Juve è ancora un cantiere in costruzione: torna al successo in campo nazionale, ora deve raggiungere la giusta maturità anche in quello internazionale. I cattivi profeti di sventure sono pronti a scommettere sul fallimento europeo della Juve. Non è ancora al livello di Barcellona e Real, ma può giocarsela con tutti come ha fatto proprio il Chelsea nella passata stagione. I giocatori ci sono e possono fare la differenza. Non è certo neppure una questione di stanchezza, ma piuttosto di una condizione che non è ancora al top della forma. Per il resto il doppio pareggio in Champions ha un sapore agrodolce. I passi in avanti registrati contro il Chelsea non si sono ripetuti con lo Shakhtar, anche se va detto che l’intensità di gioco (e la qualità) degli uomini di Lucescu ha sorpreso un po’ tutti. Aver mantenuto l’imbattibilità è già un trionfo. La Vecchia Signora è apparsa un po’ timida, messa alle corde dall’intraprendenza degli avversari. In attacco è stato palesato il solito limite ovvero la mancanza di un top player in grado di sbloccare le partite più complicate. La speranza è che anche in Champions possa succedere quanto si ripete in campionato dove la vena realizzativa della squadra (otto calciatori diversi su 15 reti all’attivo) è la dimostrazione di un gioco che funziona. Nel frattempo Llorente continua a confermare il suo interesse per la Juventus e per il campionato italiano. Potrebbe arrivare a gennaio, ma il suo acquisto è legato all’andamento dell’annata in Champions. Un’ultima nota su Antonio Conte. La Juventus ha bisogno del suo condottiero e della grinta che sa infondere ai suoi uomini. La scelta di mandare Filippi in conferenza stampa prima della sfida contro la Roma ha comunque un retroscena. Antonio ha voluto sì togliere pressione all’amico Carrera ma anche dato un segnale molto forte su chi comanda: il primo allenatore resta lui, gli altri due (Carrera e Filippi) sono due collaboratori. Si tratta anche di una missiva nei confronti di chi ha già ipotizzato un post Conte. L’ex centrocampista bianconero sa che i calciatori hanno bisogno di tranquillità e non di continui rumors sulla guida tecnica.

Per quanto riguarda, invece, la polemica sui biglietti di Coppa, la società ha la grossa responsabilità di non aver approfittato del ritorno in Champions per far diventare lo Juventus Stadium il 12° uomo in campo: prezzi più popolari non sarebbero guastati. Forse qualcuno ha sbagliato le previsioni convinto di riempire lo stadio senza grandi problemi. Serve il buon senso per far rientrare la questione: la Juve ha bisogno dell’apporto dei suoi tifosi.

Luciano Zanardini