Un momento difficile. La Juve vive una situazione difficile, se non altro perché si era abituata troppo bene. La bellissima striscia di imbattibilità aveva fatto ingolosire molti, ma era chiaro che non avrebbe potuto essere una costante: scendono in campo anche gli avversari. Come abbiamo scritto in più occasioni il vero ostacolo per la Juventus è interno: vincere la superficialità. Ma paradossalmente i bianconeri hanno perso molti punti con le cosiddette grandi squadre (Inter, Milan, Lazio e Fiorentina), incamerando due sconfitte e due pareggi frutto, soprattutto, di un approccio sbagliato al match. Contro l’Inter la Juve è stata messa sotto sul piano del gioco, perché si è seduta dopo un inizio scoppiettante. Contro il Milan ha completamente sbagliato il primo tempo e nella seconda frazione ha fatto un assalto sterile. Contro la Fiorentina ha giocato bene solo un tempo, mentre con la Lazio ha fatto la partita ma questo può essere ancora più negativo se non si riesce a spedire la palla oltre la rete. Pur avendo perso punti preziosi negli scontri diretti, è ancora davanti perché evidentemente le altre hanno fatto peggio. Se con le piccole la trama di gioco bianconera produce risultati, contro le grandi serve ben altro: sono indispensabili il ritmo, la concentrazione e la fame della sfida con il Chelsea. Ritmo, concentrazione e fame sono tre concetti sui quali insiste molto Antonio Conte che non è certamente contento, come si è visto a Vinovo in questi giorni, delle uscite a vuoto della sua squadra. Può capitare la giornata no, ma una compagine come la Juve deve saperla gestire, cercando di ridurre i possibili danni. Questo vuol dire anche adattarsi in corsa al verdetto del campo. È evidente che si sente molto l’assenza del condottiero Antonio, l’unico – perché con i suoi soldati ha stretto un feeling particolare – in grado di spremere i ragazzi del suo gruppo e di ottenere il massimo da loro. Conte sa anche, l’ha dimostrato l’anno scorso, apportare i correttivi giusti, stimolando tutti a rendere il massimo, in ogni momento in cui sono chiamati in causa. Chi non è convinto resta fuori come è successo a Matri prima e a Lucio poi. L’ex centrocampista bianconero sa che la sosta natalizia non è poi così lontana e che deve chiedere un ulteriore sforzo ai suoi. I giocatori, invece, non possono farsi prendere dal nervosismo che rischia di trasformarsi in un boomerang per tutti. Adesso arrivano due gare delicate:
Il derby della Mole e la sfida contro gli uomini di Lucescu. Se il derby serve a ribadire una superiorità in campo italiano, il passaggio del turno di Champions è indispensabile per proseguire nel progetto Juve. Ci saranno anche alcuni cambi per inserire forze fresche come i vari Giaccherini o Pogba. Comunque il giocattolo Juve non si è rotto, ha solo le batterie un po’ scariche.