Dove può arrivare questa Juve? In alto verrebbe da dire. I numeri sono tutti dalla parte di Antonio Conte, che ha il merito di saper stimolare i suoi calciatori. Così in campo ogni volta scende una squadra agguerrita che lotta su ogni pallone. Non ha ancora perso e ha steccato solo qualche gara come con il Cagliari o lo stesso Siena dove ha dimostrato di non avere un top player in grado di scardinare le difese avversarie arroccate. Per il resto la rosa, nonostante le continue critiche, è molto competitiva; adesso si è arricchita ulteriormente con l’arrivo di Caceres, che può giocare sia nella difesa a tre sia come esterno (a destra o a sinistra è indifferente). In questa settimana di fuoco (Bologna, Parma e Catania) i bianconeri trovano avversari in crescita (Bologna e Parma) ed ex affamati di riscatto (Almiron, Legrottaglie e Lanzafame a Catania, Giovinco a Parma). Con tre vittorie la Vecchia Signora metterebbe fieno in cascina prima del big match contro il Milan, che anche in Coppa Italia ha palesato le sue difficoltà nelle partite importanti (un solo successo all’andata con la Roma). I rossoneri minimizzano, ma certo è un’altra cosa avere in cabina di regia Van Bommel (bravo molto bravo a distruggere, poco a costruire) o Pirlo. Cosa vuol dire questo? Che contro le difese ben organizzate non arrivano facilmente i risultati senza le invenzioni del reparto offensivo (Ibra e soci). Marotta e Paratici intanto continuano a sondare il mercato, pescando tra i giovani italiani promettenti (come il portiere Leali del Brescia, Minotti e Gabbiadini dell’Atalanta) e tra gli stranieri (Nainggolan); a questo si aggiunge la possibile esplosione di alcuni baby come Marrone e Immobile o il ritorno di Sorensen. L’attesa è comunque sempre rivolta all’attacco dove si cerca una prima punta (Higuain o Benzema) da affiancare a Matri (non è poi così scontato che Borriello venga riscattato) e una seconda punta giovane (Giovinco, Ramirez o Jovetic) da mettere in rosa insieme a Quagliarella e Vucinic. La vera novità è quella che riguarda Alessandro Del Piero. Dopo la polemica a distanza con Andrea Agnelli, il capitano sta seriamente pensando di continuare (con una notevole decurtazione dell’ingaggio) con la maglia della Juve: l’affetto dei tifosi, la stima (grande) dei compagni ma anche dell’allenatore (da vedere l’abbraccio tra Alex e Antonio al secondo gol di Caceres) sono alcuni segnali importanti.
Del Piero è la Juve di ieri, di oggi, ma anche di domani, se è vero che per lui è già pronto un posto da dirigente. Perché spezzare questo filo? Certo le sirene americane sono forti, così come quelle degli Emirati, ma Alex non è poi così convinto di abbandonare la Juventus. Il suo entourage spinge per un’esperienza all’estero (sulla scia di Beckham), ma Pinturicchio non è sicuro e desidera delle garanzie per rientrare poi da dirigente. Ama la Juve, vuole ancora la Juve. Se la storia d’amore si chiuderà, il suo auspicio è che sia nel segno della vittoria.
Luciano Zanardini