Il 5 maggio del 2002 la Juventus vinse il suo 26° titolo. La Juventus di Marcello Lippi si aggiudicò il campionato superando in trasferta (gol di Trezeguet e di Del Piero) l’Udinese e approfittando della contemporanea sconfitta (clamorosa) dell’Inter a Roma con la Lazio. Gli uomini di Cuper uscirono sconfitti, fra le lacrime, per 4 a 2. Per gli amanti delle statistiche in quella gara firmarono il tabellino i seguenti giocatori: Vieri (Inter), Poborsky (Lazio), Di Biagio (Inter), Poborsky (Lazio), Simeone (Lazio) e Simone Inzaghi (Lazio). I biancocelesti allenati da Zaccheroni si imposero contro tutto e tutti, compresi i loro stessi tifosi. In quella compagine c’erano, fra gli altri, Peruzzi, Nesta e Stankovic. Nell’Inter, invece, militavano il solito Zanetti, Cordoba, Materazzi, Ronaldo e Recoba. Il sole di Roma piegò le gambe degli interisti, che assistettero inermi alla rimonta della Lazio e cucirono così lo scudetto sulle maglie della Juventus. La Vecchia Signora (in porta Buffon, in difesa Thuram, Iuliano, Ferrara, Montero, a centrocampo Conte, Tudor, Davids, Nedved, e in attacco Trezeguet e Del Piero) aveva una formazione di tutto rispetto che chiuse velocemente la pratica friulana per concentrarsi, radiolina all’orecchio, su quel che poteva succedere all’Olimpico. A distanza di 10 anni la Juventus ha l’occasione (questa volta non il 5 maggio ma bensì il 6) di mettere il sigillo sullo scudetto, ma per farlo aspetta un favore dall’Inter che è alla caccia (disperata) di un posto in Champions. Come ha detto Moratti gli interisti avrebbero preferito non fare alcun favore alle due storiche rivali, anche se alle 22.45 di domenica avranno scontentato qualcuno, magari gli stessi tifosi che in questi anni – di lotte verbali con la Juve – non hanno alcuna intenzione di agevolare il successo dei bianconeri. Uno scudetto si può vincere o si può perdere all’ultima giornata come successe il 14 maggio del 2000 quando la Juventus, allenata da Ancelotti, affogò sotto il diluvio di Perugia (gol di Calori) e diede il tricolore alla Lazio. Conte e Del Piero, in campo in Umbria, sono ancora i protagonisti e sanno bene come si prepara una partita del genere dove la paura può mettere il freno alle ambizioni. In entrambe le situazioni (2000 e 2002)…

… la compagine che era davanti uscì ridimensionata. Se il match da pallanuoto del 2000 non fa testo, nel 2002 l’Inter arrivò a Roma sicura di avere già vinto. E pagò duramente, complice la stanchezza mentale, questa supponenza. E la Juve di oggi? Non soffre particolari problemi fisici e ha grinta da vendere; chi insegue, comunque, non ha nulla da perdere. Molto dipenderà anche dalla capacità dei due allenatori di saper scegliere gli uomini migliori, quelli più freschi in un finale di stagione stancante per via degli impegni ravvicinati.