Le cassandre sono sempre in agguato. C’è chi per Paul Pogba prevede un futuro alla Balotelli, ma per il momento il talento francese – per fugare ogni dubbio – ha deciso di dare un taglio alla cresta. Scherzi a parte, Paul Pogba è diventato l’idolo dei tifosi bianconeri. Classe 1993, il centrocampista transalpino, ex Manchester United, è super coccolato da Antonio Conte che sa quali sono le grandi potenzialità del ragazzo. Ha tutti i numeri per sfondare: unisce la tecnica alla forza fisica, calcia con la stessa precisione di destro e di sinistro. Sul campo sembra quasi che vada più lentamente degli altri, ma ha già un grande senso della posizione che lo porta ad arrivare, grazie anche alle lunghe leve, prima sul pallone. Cresciuto alla scuola di Pirlo, l’allievo vuole superare il maestro e impara a disegnare trame di gioco impensabili per un calciatore comune. Se dall’Inghilterra, complice la procura di Mino Raiola, pensavano di essersi liberati di un bad boy, a Vinovo hanno scoperto di aver arruolato – per utilizzare una terminologia cara al buon Cassano – un soldatino. Si sprecano anche i paragoni con i grandi del passato come Tardelli, Vieira o Rijkaard: è sicuramente un mix vincente. Ha dimostrato anche, nonostante la giovane età, di aver raggiunto non solo la maturità calcistica ma anche sotto il profilo umano. Non a caso è bastato un richiamo della società (per il ritardo accumulato in allenamento) per ricondurre sulla retta via il giovane. Il circo mediatico sta facendo di tutto per fargli montare la testa, ma il giocatore ha la giusta personalità. In campo incassa e dispensa calci senza polemizzare con il direttore di gara e anche questo è un punto a suo favore. Rappresenta il futuro di una compagine che può fregiarsi di avere, forse, il centrocampo più forte, in Europa e in Italia. Non può che migliorare alla scuola dei grandi campioni (Pirlo e Vidal), anche se la presenza di tre campionissimi frena la sua capacità di emergere. Resta un grande giocatore. Poi c’è anche chi, come Galliani, ricorda che Pogba è costato più di Niang. Sì, 500mila euro sono una spesa al limite del dissesto finanziario, ma se si vuole continuare su questo livello bisogna altresì dire che anche Marchisio, Marrone o De Ceglie sono costati come l’attaccante del Milan e meno di altri giocatori rossoneri. I tempi stringono per gli ultimi ritocchi.
Si cerca, comunque, un quinto attaccante: un usato sicuro per utilizzare un gergo caro al mercato automobilistico. Nomi? Lisandro Lopez (prestito oneroso) o il ritorno di Marco Borriello dopo che sono sfumate le trattative che portavano a Gabbiadini e a Immobile.
(Luciano Zanardini)