Si prepara un’estate calda e aperta a possibili arrivi. Da Nemanja Vidic a Juan Cuadrado (sarà un ennesimo braccio di ferro con la Fiorentina?), da Mario Mandzukic a Luis Muriel (in cambio di Richmond Boakye) fino a Radja Nainggolan. È su questi nomi che si muoverà la Juventus del futuro. In molti casi i bianconeri sono già attivi perché è meglio battere sul tempo le concorrenti e, soprattutto, evitare che la rassegna iridata possa far lievitare il prezzo dei cartellini dei singoli giocatori. A questi si aggiungono alcuni giovani importanti come Luca Marrone (ad oggi al Sassuolo non ha ancora trovato lo spazio necessario ma farà strada), Domenico Berardi e Nicola Leali. In difesa, se davvero da Montecarlo dovesse arrivasse un’offerta da 18 milioni di euro per Leonardo Bonucci, si potrebbe intavolare un discorso per la cessione dell’ex Bari. Il primo imperativo sarà, comunque, quello di confermare il trio composto da Paul Pogba, Arturo Vidal e Andrea Pirlo. Molto dipenderà da Antonio Conte che, dopo il terzo scudetto consecutivo, potrebbe anche lasciare l’incarico per cercare nuovi stimoli. Di certo il tecnico salentino chiederà (come del resto era successo quest’anno) dei rinforzi sicuri e affidabili per volare alto in Europa e non solo in campionato. Il suo rapporto con Andrea Pirlo non è idilliaco, non a caso non gli ha risparmiato in passato delle critiche (ingenerose), ma al tempo stesso Antonio sa di avere a disposizione un fuoriclasse, il migliore centrocampista italiano degli ultimi venti anni. Sa far girare la squadra e sa dettare i tempi giusti per far diventare la Juventus imprevedibile. Certo ogni tanto deve anche accettare di rifiatare. Per la dirigenza sarà, però, necessario sacrificare alcuni interpreti per rinforzare ulteriormente una rosa già competitiva. In Italia, eccetto la sbandata di Firenze, la Juventus dimostra di non avere ancora rivali all’altezza. Può giocare con il 3-4-3 o con il 3-5-2 o con il 4-4-2 perché tutti i calciatori, come ricorda spesso Conte, hanno nelle corde i diversi moduli. È questa l’arma in più della Juventus, la vera forza di una squadra che può variare registro senza subire grandi scossoni. Il tecnico ha fatto capire a tutti che mai come quest’anno c’è concretamente spazio per tutti, anche per chi ad oggi è stato meno utilizzato. A giugno, comunque, dopo tre anni intensi la dirigenza sarà costretta anche a salutare alcune “seconde linee” che in questi anni sono state importanti: si pensi, ad esempio, a Simone Padoin e a Federico Peluso. Restano da valutare anche la situazione di Simone Pepe, frenato dai troppi infortuni, e di Paolo De Ceglie, che non è ancora riuscito a esprimere tutto il suo potenziale. Nel frattempo i buoni riscontri che arrivano dalla Spagna per Fausto Rossi sono un segnale positivo per la stessa Juventus: la terra iberica può essere fertile per far crescere le giovani promesse bianconere. (Luciano Zanardini)



 

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