La ritrovata stabilità difensiva è la chiave del ritorno della Juventus che, piano piano, sta prendendo nuovamente confidenza con le sue potenzialità. L’abbiamo visto in campionato, ma l’abbiamo visto soprattutto in Champions League dove nel doppio confronto ha tenuto testa al Real Madrid salvo poi pagare, quando è calato il ritmo, l’innegabile superiore tasso tecnico degli avversari. Se guardiamo alla Champions, bisogna infatti dire che le italiane hanno ancora un gap importante da colmare, ma tutto può succedere se si mettono in campo grinta e aggressività. Come avevamo già scritto, è positiva comunque la scelta di Antonio Conte di variare il tema tattico con un mascherato perché ovviamente Marchisio non è collocato nella posizione più ideale. È anche vero che Claudio sta lentamente trovando la forma migliore che per una calciatore dalle sue caratteristiche significa maggiore esplosività e di conseguenza maggiore potenzialità offensiva nei suoi proverbiali inserimenti. In questo periodo, anche se molti non lo ricordano, si è sentita la mancanza di Vucinic e di Lichtsteiner, due calciatori protagonisti dei due scudetti consecutivi. Per la società diventa prioritario il passaggio del turno di Champions, motivo di possibili investimenti nel mercato di gennaio. Si stringe la morsa per Biabiany che di fatto verrebbe a coprire il vuoto lasciato dalla partenza di Giaccherini, vuoto che nelle intenzioni di Marotta doveva essere colmato dalla presenza di Pepe, che invece non è ancora utilizzabile. A centrocampo il Real Madrid, il Chelsea, il Barcellona e il Psg hanno messo gli occhi su Pogba: c’è solo l’imbarazzo della scelta, sarà difficile tenerlo anche se il calciatore ha chiesto al suo procuratore di non intavolare trattative durante la vetrina del Mondiale (sempre che la Francia superi gli spareggi). Attenzione anche al futuro di Vidal (Real?) che potrebbe essere legato alle manovre bianconere, prima fra tutte quella che interessa il futuro dell’allenatore. Difficilmente Conte resterà un altro anno, ma non per particolari attriti (siamo in presenza di una normale dialettica interna tra tecnico e proprietà), semplicemente perché il tecnico pugliese desidera provare altre esperienze. Qualsiasi ciclo tecnico prima o poi finisce. Da questo punto di vista fu esemplare il Milan che salutò Sacchi (per l’intensità che chiede ai suoi calciatori Conte gli assomiglia molto) e poi continuò a vincere con Capello. Il successore? Molto probabilmente Prandelli (pronto un biennale), sempre che la Juventus non incominci a fare cassa con i suoi big. E con Cesare resterebbe anche Pirlo, che prolungherebbe così di altri due anni il suo contratto con i bianconeri. (Luciano Zanardini)