Due giorni di riposo per ricaricare le batterie. Questo è quanto deciso da Conte per far riprendere la corsa alla sua Juventus. La quarta sconfitta maturata in campionato non è stata presa bene dal tecnico bianconero che, dopo aver lamentato la presenza di un calendario poco rispettoso degli impegni europei, ha scelto di staccare la spina alla squadra. Inevitabile, forse, dopo le tre prove in sette giorni e, soprattutto, dopo il dispendioso match in terra scozzese. Nel dopo gara ai microfoni di Mediaset Premium Conte, punzecchiato da Sacchi, ha di fatto ammesso di aver sbagliato formazione. La colpa è anche di quei giocatori che poche ore prima della sfida contro la Roma avevano date ampie garanzie sulle loro condizioni fisiche. E così i vari Vidal, Matri, Vucinic e Asamoah hanno dimostrato di non essere al meglio. Chi conosce Antonio Conte sa che chiederà delle spiegazioni, ma chi lo conosce ancora meglio sa che la sua forza è proprio quella di responsabilizzare il gruppo un po’ alla Mourinho e un po’ alla Capello. Si aspettava qualcosa di più dai suoi ragazzi, ma non si sente di scaricarli anzi pubblicamente li difende; all’interno dello spogliatoio si farà sentire. C’è anche chi non è certamente contento come Fabio Quagliarella, che nelle ultime tre uscite non è stato impiegato. Conte ha sempre saputo valorizzare al meglio il periodo d’oro delle sue punte, non a caso Alessandro Matri oggi è diventato quasi intoccabile. Un maggior turnover, comunque, non guasterebbe. Resta il fatto, però, che la diretta rivale in campionato al momento non riesce a sfruttare i passi falsi della capolista. La sconfitta di Roma non deve allarmare, perché è quasi fisiologica nel naturale percorso di crescita dei bianconeri che si stanno affacciando nel pianeta dei grandi club. Tutto serve per continuare a sogni traguardi importanti, traguardi come la Champions che solo due anni fa sembravano quasi impensabili. Per farlo è indispensabile…
…giocare da squadra, suonando la stessa sinfonia come sottolinea spesso Antonio Conte nelle sue considerazioni. Quando la Juve si affida ai singoli, diventa prevedibile perché non mette in campo quella proverbiale intensità che l’ha resa protagonista. Alla Juventus del futuro per confermarsi e al tempo stesso per migliorarsi serviranno alcuni innesti/alternative di qualità: in difesa (Barzagli non è eterno), a centrocampo (Verratti nuovo Pirlo e Poli) e in attacco (Belfodil, Immobile o Icardi) oltre all’affare già concluso con Llorente. Saluteranno il gruppo Padoin (nell’affare Immobile) e Quagliarella (più soldi per Jovetic o per Icardi) che verranno sacrificati. Da valutare anche il riscatto di Isla, che ad oggi – complice il recupero lento dal lungo infortunio – non ha ancora convinto la società.