La settimana più importante in un mese importante: Napoli, Celtic, Catania (in casa), Bologna e Inter. Antonio Conte sa bene che marzo può essere un mese pericoloso. Lo scontro diretto contro il Napoli potrà dire tanto nella corsa allo scudetto anche per i possibili risvolti psicologici sul morale dei campani di un’eventuale vittoria. Sono sei i punti in più rispetto alla passata stagione. Così anche le quattro sconfitte in campionato non pesano, perché rispetto allo scorso anno sono molto meno i pareggi. Certo lo Juventus Stadium dovrebbe, forse, far sentire un sostegno maggiore alla squadra e in particolare agli attaccanti, soprattutto a Giovinco, beccato un po’ troppo dal pubblico: ha comunque realizzato 11 reti e merita rispetto; l’ha ricordato giustamente anche Buffon che da buon capitano ha chiesto ai tifosi di applaudire la Formica atomica. Anche Antonio Conte nel dopo partita ha confessato di non aver gradito i fischi (comunque pochi) alla squadra. Non è il momento opportuno per creare una frattura tra ambiente e squadra. È proprio vero che la memoria non è una pratica comune. Gli appassionati della Vecchia Signora dovrebbero andare a ritroso nel tempo fino a due anni fa quando i loro beniamini fallirono addirittura la qualificazione europea e i più longevi dovrebbe, invece, pensare a cosa successe dopo l’estate 2006 con la stagione nel Purgatorio della serie B. Vanno riconosciuti i meriti di una società e di uno staff tecnico che hanno saputo ricostruire una rosa e hanno riportato un sano entusiasmo in tutta la tifoseria. Difficile criticare gli undici uomini bianconeri, primi anche nel girone di Champions e vittoriosi nell’andata degli ottavi, che hanno saldamente nelle loro mani il campionato. La percezione, al di là dei meriti del Napoli e delle altre inseguitrici, è quella che la Juve sia il gruppo più forte per qualità e intensità. A questo si aggiunge anche l’impressione positiva che gli automatismi possano essere ulteriormente migliorati nel corso dell’estate con l’inserimento di alcuni interpreti per garantire una continuità ai successi. I nomi noti ormai di Llorente (l’unico già acquistato), di Jovetic, di Immobile, di Icardi e di Belfodil possono arricchire il reparto avanzato (due innesti per sostituire Quagliarella e Bendtner/Anelka) così come quelli di Verratti e di Nainggolan possono rinforzare il centrocampo (in partenza Padoin); nel pacchetto arretrato molto è legato alla riconferma di Peluso, che dovrà convincere il tecnico. Tra i partenti abbiamo inserito anche Fabio Quagliarella, lasciato un po’ ai margini da Conte che fin dall’inizio ha puntato su Vucinic e su Giovinco. L’ex attaccante del Napoli ha sempre dimostrato di meritarsi la maglia bianconera, ma paga molto l’ottimo stato di forma di Matri e anche l’assenza di Pepe: non a caso, infatti, il mister ha accantonato l’ipotesi del tridente che forse sarebbe più congeniale alle caratteristiche di Fabio rispetto a quelle degli altri attaccanti. È importante, comunque, che non si perda d’animo: lui, Giaccherini, Caceres, Pogba ma anche lo stesso Isla possono essere determinanti nei prossimi due mesi.