Dopo un’annata strepitosa, per prestazioni e risultati, è sempre difficile ripetersi. La Juventus nella passata stagione ha fatto veramente qualcosa di importante grazie anche alla serenità con la quale aveva raggiunto l’obiettivo finale. Adesso non è più così. È il Napoli che vive la stessa condizione della Juve di un anno fa: senza grandi pressioni insegue, pronta ad approfittare degli eventuali passi falsi della capolista. La squadra di Antonio Conte non è più invincibile, ma era preventivabile; nonostante questo ha ancora in tasca il successo finale perché – come è successo con il Chievo – dà l’impressione di essere una compagine molto determinata che non vuole lasciare nulla di intentato dopo l’amara sconfitta in Coppa Italia. Le gare di Champions, forse, metteranno a dura prova il rendimento dei bianconeri, ma è altrettanto vero che anche il Napoli dovrà fare i conti con l’impegno del giovedì dell’Europa League. La Champions ha il potere di tenere alta la concentrazione e di stimolare gli uomini di Conte. Certo ci vorrà anche la saggezza del tecnico, che dovrà saper dosare le forze dei suoi calciatori, alternando i vari Caceres, Giaccherini e Pogba, solo per fare tre nomi. Rispetto al passato gli addetti ai lavori sono colpiti dalla prevedibilità tattica della Juventus, che di fatto impiega sempre e comunque (tranne negli ultimi minuti per risolvere i casi disperati) il 3-5-2. Sono stati, invece, accantonati anche a partita in corso il 4-3-3 (decisiva l’assenza di Pepe) e il 4-3-1-2. Non solo per vincere ma anche per convincere la Juve deve recuperare la sua propensione al camaleontismo, l’arma in più del campionato 2011-2012. Forse nei calciatori si è scatenata anche un po’ di supponenza che li ha portati a tirare i remi in barca anzi tempo. Nulla è perduto. Numeri alla mano, è ancora la miglior difesa anche se – complice l’assenza in contemporanea di Asamoah e di Chiellini – sta pagando dazio. De Ceglie dà l’impressione di avere delle grandi qualità fisiche, ma per il momento…

… non riesce a esplodere tutto il suo potenziale; lo stesso si può dire per Giovinco (Conte ha scommesso molto sulla formica atomica) che fa molto movimento ma concretizza poco rispetto alla mole di gioco. In attacco, comunque, vanno premiati anche Matri e Quagliarella che alla fine hanno deciso di restare per vincere con la casacca bianconera. Mentre per quanto riguarda Anelka è ancora difficile azzardare pronostici: si può dire che non è mai stato un bomber di razza, almeno negli ultimi anni. Avrà il compito, insieme a Vucinic, di scardinare le difese avversarie.