Certe volte quando si scrive si corre il rischio di prendere degli abbagli, ma è un rischio che si deve correre. La Juventus ha ipotecato il secondo scudetto consecutivo portandosi a +11 sul Napoli e chiudendo praticamente il discorso tricolore. E se da un lato è giusto elogiare i bianconeri, dall’altro bisogna avere il coraggio di dire che forse la Juventus è un po’ troppo provinciale o meglio un po’ troppo italiana e poco europea. Il calcio totale che piace ad Antonio Conte è l’unico in grado di poter contrastare lo strapotere economico (leggesi fatturato) dei grandi club europei, ma per mettere in campo questo tipo di gioco serve una condizione fisica ottimale. Ecco da questo punto di vista l’allenatore salentino potrebbe osare un po’ di più, facendo rifiatare di tanto in tanto alcuni interpreti. È emblematico vedere, per esempio, inserire Quagliarella e Giaccherini a tre minuti dalla fine di una gara (quella con la Lazio) che la Juve vinceva due a zero dopo i primi 45 minuti. È emblematico anche perché nel secondo tempo la Juventus ha sofferto la rabbia biancoceleste. Ci sono alcuni calciatori come Pirlo e Marchisio che sono in debito d’ossigeno e che avrebbero bisogno di rifiatare. Può apparire un po’ presuntuoso criticare una squadra senza rivali e con numeri da record, ma l’imperativo è anche quello di guardare avanti, ai prossimi traguardi. Per carità, Conte sta facendo un lavoro egregio, basti ricordare dove era e con quale spirito scendeva in campo la Juve di tre anni fa… ma non può spremere così i giocatori, soprattutto se ha una rosa all’altezza. La Juventus ha 22 calciatori allo stesso livello. Farli ruotare significa anche aiutarli (come nel caso di Isla) a ritrovare la migliore condizione. Forse, ma adesso è tardi per dirlo, un maggiore turnover avrebbe garantito una condizione migliore in campo europeo. Guardando al futuro, il primo impegno deve essere quello di tenere i big (Pogba, Vucinic e Vidal) richiesti da mezza Europa. Per il resto l’obiettivo è quello di rinforzare la rosa con pedine utili allo scacchiere bianconero e, se possibile, investire, su due/tre giovani calciatori in grado (come è successo con Pogba) di diventare importanti. Non occorre perdere tempo con i top player alla Van Persie che si fanno corteggiare per un’estate intera: la società bianconera non ha la forza per mettere sul piatto ingaggi milionari. Oltre a Llorente il vero acquisto sarà anche il recupero di Simone Pepe che permetterà a Conte di poter cambiare modulo in corsa. Alcuni nomi sui quali puntare per la prossima stagione?

Muriel, Hernandez e Ilicic del Palermo (se retrocede diventa un supermercato), lo stesso Jovetic (qui l’investimento per l’acquisto del cartellino è più oneroso) o il vecchio pallino Verratti come vice Pirlo. Per la difesa rientra Alberto Masi dal prestito con la Ternana, mentre Paratici sta seguendo il mancino del Lille Lucas Digne (classe 1993).

 

Luciano Zanardini