Quando le sconfitte possono essere un ottimo punto di partenza. La Juventus ha perso la sua imbattibilità senza attenuanti contro una grande squadra (la favorita insieme al Barcellona). Ha perso sul piano fisico, ha perso sul piano tattico e su quello mentale. Non c’è stata storia. A Monaco ha vinto la squadra migliore, ma nulla è perduto. Da un lato la qualificazione si gioca sui 180 minuti, dall’altro la Juventus deve ripartire dalla Germania (anche dagli errori) per continuare il suo percorso di crescita in campo europeo. Se in Italia la Juventus non ha praticamente rivali attendibili, in Champions ci sono ancora molti margini di miglioramento. Forse i bianconeri hanno peccato un po’ di presunzione, non adattando la disposizione tattica alle caratteristiche degli avversari. Basti pensare alla manifesta inferiorità numerica sulle fasce che ha imbrigliato (due contro uno) gli esterni bianconeri. Gli stessi difensori (Barzagli e Chiellini) hanno patito il fatto di dover allargare continuamente il loro raggio d’azione per tamponare le scorribande avversarie, perdendo continuamente punti di riferimento. Al ritorno molto probabilmente la difesa, vista anche l’assenza di Lichsteiner, si disporrà a quattro con Marchisio e Giaccherini sulla linea dei centrocampisti insieme a Pirlo e Pogba. E questa potrebbe essere una soluzione, peccato per la squalifica del guerriero Vidal, l’ultimo a mollare nella gara di andata. La Juve ha palesato anche un eccesso di confidenza quando, sempre e comunque, ha cercato di uscire palla al piede dalle retrovie, rischiando in più occasioni il tracollo. A questo si aggiunge anche la mancata aggressività sui portatori di palla del Bayern che non a caso ha portato facilmente al tiro i suoi calciatori. Non è neppure giusto attribuire particolari colpe agli attaccanti, troppo isolati da una squadra spezzata in due. Durante e dopo la gara Antonio Conte è parso troppo rinunciatario, quasi sconfortato dalla differenza di valori tra le due compagini. Chi conosce bene il tecnico juventino sa che nei prossimi giorni lavorerà molto per non lasciare nulla al caso: vuole provare tutte le soluzioni per mettere alle corde i bavaresi. Se si guarda al futuro, risulta evidente la mancanza di personalità sulla corsia mancina e l’assenza di un attaccante di peso in grado di sporcare i palloni che nei momenti di difficoltà possono arrivare dal lancio lungo.
Per il resto questa squadra ha un futuro. Nel frattempo occhi puntati subito sul campionato e al Pescara contro il quale non sono ammessi passi falsi alla vigilia di una serie di prove impegnative: Lazio, Milan e Torino, solo per citarne alcune.
Luciano Zanardini