Spiace dirlo ma evidentemente Antonio Conte in questo avvio di stagione ha sbagliato qualcosa nella gestione del turnover. Già lo scorso anno avevamo detto che il tecnico salentino, l’arma in più della squadra per cattiveria agonistica e determinazione, aveva palesato alcuni limiti su questo versante. Davanti alle prime critiche, Conte si è difeso ribadendo che la priorità per la Juventus è e resta il terzo scudetto consecutivo. Tutto il reso è noia. Difficile pensare che la società con il presidente Andrea Agnelli volato a Copenaghen per la prima di Champions League possa essere dello stesso avviso. All’inizio dell’anno la Juventus è stata chiara: si punta al terzo scudetto, ma si vuole anche migliorare il percorso europeo. Forse è comunque positivo aver “steccato” le due gare consecutive con Inter e Copenaghen, perché questo potrebbe aiutare i giocatori a ritrovare quella fame indispensabile per azzannare metaforicamente gli avversari. Con l’Inter la Juventus ha tenuto bene il campo, ma non ha avuto – anche se alla fine poteva anche vincere – la cattiveria agonistica necessaria; contro il Copenaghen i bianconeri hanno ripetuto l’avvio incero della stagione 2012/2013 giocando un primo tempo senza determinazione e schiacciando nella ripresa la squadra di casa nella loro metà campo. Per carità, se avesse vinto entrambe le sfide, non ci sarebbe stato molo da commentare. Sorprende, però, che un tecnico navigato come Conte, ad esempio, non abbia fatto riposare alcuni nazionali prima del match con l’Inter piuttosto che non impiegarli in Champions… Antonio può giustamente dire che, comunque, i risultati gli daranno ragione: non è la prima volta che scriviamo che è un tecnico capace di tenere i calciatori sulla graticola per impiegarli al momento opportuno. È già successo. Girando nella rete, però, si assiste a un malcontento generale (un po’ troppo ingeneroso) da pare dei tifosi bianconeri, stanchi forse di vincere in campionato… non mancano neppure le battute su Fernando Llorente, fin qui oggetto misterioso che rischia di fare la fine di Nicklas Bendtner. Secondo noi non è così, ma certo è strano il suo mancato utilizzo se si pensa che forse con una difesa schierata come quella danese un attaccante dalle lunghe leve avrebbe potuto essere un valore aggiunto vista la lunga e interminabile serie di corner battuti. L’attaccante spagnolo è stato, comunque, scelto da Conte, quindi è difficile che venga accantonato o messo in disparte. Fatte queste precisazioni, va ricordato che la Juve è ancora la compagine più forte del campionato (contro l’Inter ha giocato al 60% delle sue potenzialità) e che, in Europa, il pareggio iniziale non preclude il passaggio del turno (l’anno scorso finì addirittura prima nel suo girone). Preoccupa di più l’incapacità, in certe situazioni, di variare il tema tattico, magari passando al 3-4-3 contro le difese più schierate. (Luciano Zanardini)