La Juventus non vende Pogba, al momento non ha bisogno di vendere Paul. Il talento francese deve restare un altro anno per permettere alla Juventus di giocarsi, davvero, le sue carte anche nell’Europa che conta. Certo i 70 milioni di euro del Psg sono una cifra folle alla quale, forse, è difficile dire di no. Molto dipenderà dalle pressioni di Raiola: Pogba con un maestro come Pirlo può solo che migliorare. È questo il pensiero che gira sui social network o che si può tranquillamente ascoltare in un dialogo al bar. È questo il pensiero che i tifosi bianconeri fanno allo Juventus Stadium o in coda al Museo bianconero. A proposito, chi sostiene che la Juve ha storicamente beneficiato di tanti aiuti dovrebbe, forse, fare un salto allo Juventus Stadium per ammirare la storia bianconera raccolta nel Museo adiacente. Rileggendo i nomi che hanno fatto grande la Juve, è veramente difficile convincersi che gli scudetti siano arrivati dall’alto o meglio attraverso regali arbitrali. Basterebbero alcune ore al Museo per comprendere quanto la Juve, almeno in Italia, rappresenti un’eccellenza, anche nella gestione del suo marchio. Tornando alla Juve di domani, la dirigenza sa benissimo che ha ancora un bonus di un anno, anche perché è inevitabile che alcuni giocatori (si pensi solo agli straordinari Barzagli e Pirlo) prima o poi sentano il peso degli anni. Quindi nella stagione , per non ripetere quanto successe all’Inter del post triplete, sarà necessario rivedere la squadra. Questa estate, invece, possono bastare alcuni correttivi, se chiaramente non si verificano cessioni eccellenti. L’Atletico Madrid di Simeone dimostra a tutti che, apparentemente con un solo top player (Diego Costa), sta reggendo l’urto delle grandi rivali spagnole ed europee. La regola del più spendo più vinco non funziona sempre nel calcio. Ecco perché prima di stravolgere la squadra (come si diceva sarà l’anagrafe a fare il suo corso tra due anni) è importante inserire alcune pedine nuove per sostituire alcuni giocatori in uscita (Vucinic, Quagliarella, Padoin, Peluso, De Ceglie, Pepe e forse Giovinco) e per permettere a Conte di continuare il suo progetto. A dire il vero, il tecnico salentino è tentato dall’avventura all’estero (Monaco), ma sa bene che ha tra le mani un giocattolo quasi perfetto (in Italia). Antonio non ha ancora deciso se restare o no, per farlo vuole capire le intenzioni della società sui rinforzi e sulle cessioni (per lui Vidal e Pogba non possono e non devono partire) ma vuole anche capire se la squadra è disposta a seguirlo ancora. Cuadrado e Lulic sono da tempo sul taccuino di Marotta e Paratici così come Cerci (piace molto a Conte) e Immobile. È chiaro, però, che per il Torino di oggi…
… è impossibile vendere ai cugini della Juve sia Immobile che Cerci. Non dimentichiamoci, però, che la Juve ha a disposizione alcune pedine interessanti (Gabbiadini, Berardi e Marrone) inseguite da mezza serie A. In attacco l’altro nome è quello di Mandzukic, mentre Sanchez rappresenta un investimento troppo oneroso. E attenzione a Muller, sempre del Bayern, poco utilizzato da Guardiola. Per la difesa, sfumato Vidic, si valutano altri difensori di caratura internazionale, tra questi è circolato il nome di Hummels. Con la Lazio (la probabile meta di Peluso, Quagliarella e Giovinco) si è parlato anche di Candreva, un’altra pedina importante nel che Conte ha intenzione di disegnare il prossimo anno. Il 3-5-2 è sì una sicurezza, ma richiede un maggiore dispendio di energie soprattutto sugli esterni, anche se i tre difensori oggi come oggi garantiscono una copertura sicura al centrocampo. La possibilità di variare il tema tattico garantirebbe, soprattutto in campo internazionale, una maggiore imprevedibilità.