Allo sconcerto dei tifosi della Juventus segue una reazione fin troppo contenuta di società e giocatori, che evidentemente (soprattutto la prima) sapevano già da tempo le intenzioni del mister salentino. Ad essere sinceri, Antonio Conte avrebbe voluto concludere la sua avventura bianconera con il terzo scudetto e con il record di punti, ma l’attestato di stima dei suoi tifosi e le pressioni della società l’avevano convinto a desistere. Poi si è capito che il verbo desistere era piuttosto un “aspettare”. Conte ha atteso le mosse della società e poi ha scelto di salutare un gruppo vincente. L’ha fatto perché ha compreso che il suo ciclo alla Juventus era finito: aveva e ha bisogno di nuovi stimoli. Il mercato (in entrata e in uscita) non è il problema principale. In verità, sul fronte degli acquisti non può nemmeno lamentarsi più di tanto perché Iturbe e Morata rappresentano investimenti importanti per una squadra che non ha le disponibilità economico-finanziarie dei top club europei. La Juventus riparte senza Antonio Conte, riparte senza quel “condottiero” o “valore aggiunto” che in questi tre anni ha permesso alla Vecchia Signora di tornare a farsi rispettare in campo internazionale e a vincere in quello nazionale. Tre scudetti e due supercoppe italiane sono un bottino importante. Anche per questo motivo dovrà essere solo ringraziato. Dirsi addio non è mai facile, ma forse è meglio così, perché in questi tre anni intensi ha spremuto psicologicamente e fisicamente i suoi ragazzi. Sa di avere fatto la storia del club. È chiaro che la Juventus, però, ha già in mente il nome del nuovo allenatore e non potrebbe essere altrimenti, anche perché il ritiro attende un “nuovo condottiero”. Allo stesso tempo Conte non ha molte alternative diverse dal suo approdo in Nazionale (quella italiana o una straniera?): è impossibile pensare che possa restare fermo. Conte è sì un valore aggiunto, ma la Juventus ha le carte in regola per continuare a vincere in Italia e a guadagnare posizioni in Europa. Per chi arriva il confronto non sarà mai facile, perché dalla parte di Antonio ci sono dei numeri vincenti. In questi anni la società Juventus ha dimostrato di lavorare molto bene, anticipando spesso le rivali nella selezione dei giocatori (dagli affari Pirlo, Barzagli, Tevez e Llorente all’intuizione di Pogba passando per i vari giovani italiani sparsi in giro). E questo non viene certo meno.
Anche al nuovo tecnico verrà chiesto di vincere. In Italia sarà “obbligato” a portare a casa il quarto scudetto, in Europa dovrà cercare di raggiungere quella semifinale già indicata come obiettivo della passata stagione da Andrea Agnelli. Per fortuna la stagione è alle porte. Difficilmente, al di là dei colpi Morata, Iturbe ed Evra, la Juve farà qualcosa d’altro. Del resto la squadra così come è congegnata non ha bisogno di particolari ritocchi. La società deve solo scongiurare delle rinunce eccellenti (Vidal e Pogba) per fornire al nuovo allenatore (giovane ma con il profilo internazionale) un gruppo solido che vuole continuare a vincere. (Luciano Zanardini)