I numeri sono dalla parte di Allegri. Forse anche i tifosi più critici devono ricredersi. Il mister toscano non avrà il carisma di quello salentino, ma sta dimostrando di valere la Juventus. Sempre se qualcuno aveva avanzato dei dubbi. Il suo curriculum è buono, nonostante l’ultima annata sfortunata – ma della quale non è certo l’unico responsabile – al Milan. Sarà impossibile ripetere i 102 punti dell’ultima stagione dell’era Conte, ma del resto si sapeva anche prima. I tifosi, senza escludere la possibilità di conquistare il quarto scudetto consecutivo, si aspettano qualcosa di più dall’Europa. Non è comunque corretto mettere in parallelo le due esperienze: Conte ha risollevato la Juventus, Allegri ha il compito di mantenere e consolidare un gruppo già forte. Non è cosa scontata. Antonio sbaglia a lasciarsi andare ad alcune affermazioni sul valore della squadra (“questa Juventus è più forte della mia”), Massimiliano deve lasciar perdere ogni replica per non deve cadere nella rete dei giornalisti. Questa Juventus è oggettivamente più forte di quella precedente. Così come la Roma è più forte rispetto a quella della passata stagione. Marotta e Paratici hanno saputo rinforzare la rosa, inserendo alcune pedine (Pereyra, Evra, Romulo, Coman e Morata) molto interessanti; il vero capolavoro è stato, poi, tenere Pogba e Vidal con il transalpino che, forte di un anno in più di esperienza, ha tutte le carte in regole per prendere le redini del centrocampo. La stessa coppia (Tevez–Llorente) è sempre più oliata nei meccanismi di una squadra che punta a vincere anche in Europa. La solidità difensiva delle prime uscite è, inoltre, una buon viatico per il futuro. È una Juventus che sa amministrare le sue forze, che forse non va a mille ma controlla con tranquillità la situazione e punisce gli avversari. Non offre ancora spettacolo, ma sa di poterlo fare. Non si sono sentite, per il momento, le assenze di Barzagli e Pirlo, due colonne della Vecchia Signora. Allegri sa di avere ancora un asso nella manica ma non ha fretta: il cambio di modulo, infatti, dovrebbe garantire una maggiore imprevedibilità alla manovra bianconera, ma è ancora presto per sperimentare. Meglio, intanto, mettere fieno in cascina. Stanno arrivando delle buone risposte anche da Giovinco, che è arrivato alla sua stagione da dentro/fuori: la “Formica Atomica” non può rimanere un’eterna promessa; non avendo il peso della responsabilità che gravita sulle spalle del compagno di reparto Tevez, Sebastian è chiamato a una prova di maturità. La stessa maturità che sta dimostrando tutta la rosa. Forse ha ragione Chiellini: l’assenza di Conte ha responsabilizzato tutti.