Alla Juve si sono abituati troppo bene. Non è sufficiente viaggiare a medie elevate per garantirsi un po’ di tranquillità. Lo sa bene Max Allegri che ogni volta rischia di finire nel tritacarne mediatico. Al tecnico toscano non è bastata la qualificazione agli ottavi di Champions per superare il fantasma di Conte. A proposito, dove erano i sostenitori del tecnico salentino quando la Juve inanellava magre figure in Europa e usciva in semifinale di Europa League, incapace di fare – tra le mura amiche – un solo gol al Benfica? Conte ha riportato l’entusiasmo e la vittoria (in campionato), Allegri sta cercando di modificare una mentalità, che molto probabilmente darà i suoi frutti anche in Europa. In questa fase della stagione i passi falsi sono ammessi, specie se permetteranno alla squadra di arrivare al mese di marzo ancora pimpante e non alla canna del gas. I detrattori di Max non tengono pure in debita considerazione gli infortuni che fin qui hanno pesato sulla gestione: l’assenza di Barzagli, ad esempio, non può passare inosservata, anche perché la difesa a quattro mette più facilmente a nudo le fragilità dei centrali, in questo caso Bonucci e Chiellini. Lo stesso Vidal è in crescita, ma non è ancora il trascinatore visto all’opera nelle passate stagioni. In questo nuovo modulo (4-3-1-2) rischia di essere sfruttato un po’ di meno Llorente, ma prima o poi arriverà anche il momento di una seconda punta (Morata o Coman) più agile e più tecnica. L’arrivo di un trequartista dovrebbe anche liberare il ruolo oggi occupato da Vidal e garantire più turnover nei tre di centrocampo. Lasciamo lavorare in pace il tecnico, che deve però essere bravo a riportare all’interno dello spogliatoio un po’ di umiltà: in alcuni frangenti la squadra, come ha sottolineato a più riprese anche capitan Buffon, appare un po’ presuntuosa. Sì, forse manca anche quella proverbiale cattiveria agonistica figlia del maestro Conte. Di fronte non bisogna, poi, dimenticare che c’è una rosa (quella della Roma) molto competitiva. Forse l’unico neo di questa prima parte di stagione è da ricercare nella società che ha alzato poco la voce rispetto alle grida di Garcia. Il francese risulta anche patetico quando, prima e al termine di ogni sfida, ricorda il match incriminato contro la Vecchia Signora, ma non nota con la stessa solerzia le piccole/grandi sviste degli ultimi mesi che hanno permesso alla Roma di uscire tra i fischi assordanti dei tifosi del Genoa, del Sassuolo e dell’Udinese, solo per citare tre gare dense di errori arbitrali. Così come non si comprende come mai alcuni giocatori giallorossi non siano ancora stati deferiti per le loro dichiarazioni al vetriolo sulla Juve e sulla correttezza del campionato. Detto questo, va dato il giusto merito alla Roma che da due campionati sta mettendo in difficoltà i bianconeri.