Erano anni che in campo internazionale non si vedeva una Juventus così autoritaria e convincente. Il successo contro il Borussia Dortmund vale molto di più del semplice passaggio del turno. Per come è maturato, lascia ben sperare anche per il prosieguo della competizione. La Juve ha dimostrato di poter lottare anche in Champions League, smentendo così anche i tanti gufi che la consideravano “stanca” e in difficoltà. Buffon e compagni sono arrivati in terra tedesca con la convinzione di fare la partita e sono stati premiati subito con la rete iniziale di Tevez. Se c’è un uomo copertina è proprio l’Apache, campione indiscusso a tutto campo, autentico leader fuori e dentro il terreno di gioco. I tanto attesi quarti di finale (l’obiettivo estivo) permettono di rimpolpare le casse della società, ma soprattutto permettono di superare quel blocco mentale che sembrava rallentare la Juve in Europa. Grande merito è da attribuire ad Allegri, che – nonostante le critiche – si è guadagnato molti applausi. Non ha avuto problemi a variare il tema tattico in corsa, passando dalla difesa a quattro a quella a tre, ma questo è possibile solo se durante l’anno si prova e riprova. Forse uno dei limiti di Conte era proprio quello di essere troppo ancorato a un solo sistema di gioco: sarà un caso ma la sua gara migliore in Champions fu a Madrid quando iniziò proprio con la difesa a quattro… Se la Juve riesce ad acquisire anche la tranquillità di Allegri, allora tutto è possibile. Contro i gialloneri di Klopp, ad esempio, il reparto arretrato non è si è fatto trascinare da quell’irruenza che spesso, soprattutto in campo internazionale, è costata molto cara. Sono tanti i giocatori che meriterebbe un encomio per il contributo che stanno fornendo. Evra si sa gestire al meglio, Pereyra è un prezioso jolly, Marchisio sta vivendo una delle stagioni migliori e Morata continua a crescere (deve essere più cattivo sotto porta). Non dimentichiamoci i tanti infortuni che hanno accompagnato la gestione Allegri: Barzagli, Caceres, Pirlo, Sturaro, De Ceglie e Pogba… Una parola (servirebbe una enciclopedia), quindi, anche per Andrea Barzagli, che anche quando è in ritardo di condizione ha la bravura di trovare sempre la posizione giusta. Andrea non ha bisogno di fare i falli, perché arriva sempre al momento opportuno. Questa Juve ha tutte le carte in regola per continuare a vincere. Forse aveva ragione Allegri quando a luglio diceva che i margini di miglioramento della squadra erano notevoli. Forse gli stessi calciatori si sono presi una rivincita nei confronti di chi pensava che il loro ciclo vincente fosse vicino al capolinea.