Fausto Zanardelli, cantautore bresciano classe 1981 prima del progetto Coma_Cose (oggi al concerto del Primo Maggio) aveva provato a farsi conoscere dal pubblico come Edipo. Due i dischi pubblicati, Hanno ragione i topi nel 2010 e Bacio battaglia nel 2012. Nel 2015 il lancio per una grande casa discografica con Preistorie di tutti i giorni. Poi incontra Francesca originaria di Pordenone, nota nel mondo dei rave come California DJ e nascono i Coma_Cose. Loro dicono che il “coma” è una provocazione, riferito a un momento storico in cui, sempre secondo loro, è arrivato il momento di aprire gli occhi, di svegliarsi. “Cose”, invece, non vuol dire nulla: l’hanno messo accanto a “Coma” perché, secondo loro, ci stava bene. Il loro esordio è un ep intitolato Inverno ticinese. Prima però le pubblicano su YouTube, il mezzo migliore oggi per farsi conoscere: “Cannibalismo” (febbraio 2017), “Golgota” (marzo 2017), “Deserto” (maggio 2017), “Jugoslavia” (giugno 2017). Lo scorso 15 marzo è invece uscito il primo album, Hyde Aura. Benché non milanesi, hanno scelto il capoluogo lombardo come loro città e di essa parlano nei loro brani, recuperando la verve di Enzo Jannacci tessendo il mito del tram 14 direzione Lorenteggio: “Poi ti ho portata sul Naviglio / con in mano un bicchiere di sale / e l’ho buttato in acqua come a dirti / vedi non ho niente, però ti regalo il mare“, rappa lui in “Deserto“. Della loro musica, infatti, dicono che è “attitudine urbana” e che “suona come ‘gli ingressi dei palazzi di Milano di notte’, Laura Palmer o giù di lì”. Con Anima lattina ovviamente ironizzano sul titolo del famoso brano di Lucio Battisti Anima latina, mentre in French Fries citano Azzurro di Celentano. Infine in Pakistan tirano in ballo il De Gregori di Rimmel. Citazioni di classe dunque, non il solito rap usa e getta.
LA MILANO DI COMA_COSE AL CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO 2019
“Milano è la città che fa spesso da sfondo ai nostri brani. Navigli, Porta Genova, le case di ringhiera e la Darsena sono le zone in cui ci siamo conosciuti e dove lavoravamo come commessi. C’è molta poesia nascosta in una città apparentemente frenetica e molte immagini che ci piace fissare in musica. Dopo dieci anni che la abitiamo e altrettanti traslochi ci sentiamo un po’ milanesi d’adozione” spiegano a Vanituy Fair. In un momento in cui quasi tutti i rapper arrivano dal sud, ecco una copia che rinnova il fascino di Milano. Tra le tante ispirazioni indicano il regista Alejandro Jodorowsky e la beat generation: “Sono passati più di 60 anni dalla ruggente epoca della Beat Generation ma la loro rivoluzione culturale sopravvive. Per noi la necessità impulsiva del fare musica rimane un concetto di libertà che ritroviamo nelle loro pagine, citando Jack Kerouak: “Non usare il telefono, La gente non è mai pronta a rispondere, usa la poesia”. Ma anche De Chirico: “I paesaggi surreali descritti nei suoi quadri ci sono sempre piaciuti. I chiaroscuri che tracciano le linee delle sue prospettive ci rimandano ad un mondo fantastico ma a differenza di Dalì c’è molta Italia nei suoi lavori. Nei suoi quadri c’è sempre quell’ora calda in cui nessuno esce di casa. L’idea di citare e far convivere nei suoi quadri diverse ere creative lo sentiamo affine al nostro modo di comporre le canzoni”. Sarà un piacere vedere sul palco del concerto del Primo Maggio finalmente dei rapper che sono anche colti.