Comandante Alfa: “Un potere occulto ha difeso Matteo Messina Denaro”
Il Comandante Alfa, luogotenente dei carabinieri e tra i fondatori del GIS, parla ospite di Fuori dal Coro dell’arresto di Matteo Messina Denaro, suo compaesano: il militare è infatti nato a Castelvetrano. “Abbiamo visto come è difficile vivere a Castelvetrano. Io ho sofferto tantissimo, la mafia era operativa al massimo. Matteo Messina Denaro è nato mafioso, il padre controllava tutta la provincia di Trapani. A me dispiace che abbiano detto che Castelvetrano è una cittadina di mafiosi. Quando sono stati arrestati i grandi boss come Riina, Messina Denaro si è trovato il capo. Sembra che le forze dell’ordine non abbiano fatto niente. Solo i carabinieri hanno arrestato più di 100 fiancheggiatori”.
Il carabiniere commenta la rete di protezione dietro al boss mafioso: “Lui ha aperto attività come il centro commerciale, dove era lo Stato? Certo che lo proteggevano, ma è ovvio. Tutti quanti lo proteggevano, per paura. C’è stato un potere occulto fortissimo che lo ha difeso. Che sia lo Stato lo hanno detto anche i magistrati, non solo io. So cosa significa vivere in una casa in cui c’è un carabiniere quindi capisco lo sfogo di Rita Dalla Chiesa. Sicuramente abbiamo gioito in egual misura per l’arresto di Matteo Messina Denaro“.
Comandante Alfa: “Operazione condotta alla perfezione”
Comandante Alfa, a Fuori dal Coro, si dice molto soddisfatto dell’operazione per come condotta dai carabinieri: “Noi abbiamo festeggiato tantissimo. Sono uno dei fondatori dei GIS, il ROS faceva le operazioni e noi le finivamo se il ROS riteneva che fosse molto difficile. Ho addestrato una parte di quei ragazzi che oggi fanno le operazioni. Quando loro sono partiti, la parte operativa è stata perfetta. Una perfezione incredibile. Un obiettivo così difficile, poteva succedere di tutto. Poteva essere armato, potevano esserci persone armate vicino”.
Secondo il carabiniere, “Matteo Messina Denaro non parlerà, non dirà niente. Magari lo facesse”. Infine, una precisazione sulle tante teorie circolate dopo l’arresto: “La devono finire col dire che si è consegnato. I carabinieri hanno fatto tantissimo lavoro da quando hanno saputo che si è ammalato. Non si può dire che si è consegnato. Sono morti tantissimi appartenenti alle forze di polizia, ma dire che lui si è consegnato non è giusto. Ha tentato anche di scappare. Bisogna finirlo con questo. Lui è stato trent’anni latitante ma sapete quante volte la polizia è stata vicina a loro? Mi dispiace che in Italia è così: prima tutti virologi, poi tutti esperti di guerra, ora tutti investigatori“.