Ci si aspettava tanto, tantissimo da Lo Stato Sociale, di nuovo in gara a Sanremo con “Combat Pop” dopo l’exploit di alcuni anni fa con “Una vita in vacanza”, e le attese non sono state certo tradite dalla band, che anche in questa occasione ha regalato un numero ad elevato coefficiente di spettacolarità, con tanto di trasformista capace di impersonare in poco tempo moltissime leggende della musica (fra cui David Bowie ed Elvis Presley) e una scatola arrivata persino a levitare, nonostante al suo interno vi fosse Lodo.



Il brano, invece, è un’esplosione di adrenalina, un miscuglio di concetti, parole, sonorità che ben si addicono allo stile tipico de Lo Stato Sociale. Sorprendono i continui cambi di voce dei protagonisti, che si alternano con straordinaria scioltezza al microfono. Il ritornello è altamente orecchiabile, in radio sarà uno dei brani sanremesi più richiesti, ma anche su YouTube e Spotify troverà notevole riscontro. Pezzo da podio? Forse. (aggiornamento di Alessandro Nidi)

“COMBAT POP”, LO STATO SOCIALE TORNA A SANREMO

Fortunatamente li citano a inizio i Clash, il leggendario gruppo punk inglese da cui Lo stato sociale ha preso l’idea del titolo del brano che presentano a questo Festival di Sanremo 2021 Combat Pop: “Questo è combat pop! / O era combat rock? / Erano i Clash lo so / Ma che stile!”. Possono dirlo forte, i Clash avevano stile, in tutti i sensi. Come da loro caratteristica, ricordiamo Una vita in vacanza che li fece arrivare al secondo posto proprio a Sanremo 2018, Lo Stato Sociale confermano la loro vena irriverente e umoristica, prendendo in giro tutti anche il conduttore stesso del festival: “Ormai solo Amadeus / Ha un profilo di coppia”. Attaccano i cantautori tristi tanto di moda oggi, quelli che si considerano  indipendenti e chi si presentano con il look apposito: “Ma che senso ha / vestirsi da rock star / fare canzoni pop / per vendere pubblicità?”.

“COMBAT POP” LO STATO SOCIALE, ANALISI DEL TESTO “A SANREMO PER FARE PUBBLICITÀ”

Nella canzone Combat Pop, Lo Stato Sociale non risparmiano nessuno: “Che bravo cantautore con tutto questo dolore / Bella ‘sta canzone / ma che sfiga!”.  Una accusa velenosa ai finti depressi che tanto vanno di moda oggi, ci sta proprio. Spiritosi, Lo Stato Sociale divertono in modo efficace. “Il tatuaggio sul collo / Ce l’ha anche mio nonno!” (mica si riferiscono a Fedez?). Dicono, spiegando la canzone, che vogliono mettere in luce tutte le contraddizioni, anche quelle di Sanremo, in un momento storico in cui da più di anno i concerti non si tengono più: “A canzoni non si fanno rivoluzioni / Ma nemmeno un venerdì di protesta / La moda passa lo stile resta”, riferendosi al fatto che quasi nessun cantante ha sollevato la voce per ottenere dalle istituzioni un gesto di aiuto per la chiusura degli spettacoli. Lo Stato Sociale sono a Sanremo 2019 per provocare, per irridere, per fare protesta anche se non lo dicono. Meno male che c’è qualcuno che lo fa. Vedremo cosa ne diranno i loro colleghi.