Come si fa ad andare bene a scuola? Un quesito che molti studenti si pongono ogni anno e al quale ha provato a fornire risposta la Banca d’Italia, la quale ha effettuato un’indagine sul metodo di insegnamento più efficace per migliorare l’apprendimento degli studenti del Belpaese e, vi anticipiamo, si è capita l’importanza di riprendere gli argomenti trattati l’anno prima per collegarli a quelli attuali. Una conclusione a cui si è giunti mediante un percorso di analisi dei test Invalsi eseguiti nel 2009-2010 da oltre 352mila studenti di prima media, appartenenti a 4.937 scuole differenti.
Come si legge su “True Numbers”, “sono state esaminate le competenze nella comprensione del testo e in matematica, e agli stessi studenti, è stato chiesto (ma non è mancata anche una verifica indipendente) se e con quale frequenza l’insegnante tendesse a privilegiare una delle tre seguenti strategie: rimanere sullo stesso argomento finché tutti apprendono; spostarsi sull’argomento successivo anche se non tutti hanno capito; ripassare gli argomenti studiati l’anno precedente”.
COME ANDARE BENE A SCUOLA? LA RISPOSTA GIUNGE DALLA BANCA D’ITALIA…
Come si evince dai dati diffusi da Bankitalia, per andare bene a scuola non basta soffermarsi su un argomento finché tutti l’hanno assimilato, in quanto gli studenti più “bravi” peggiorano nel loro rendimento del 16,5%. Per contro, procedere velocemente e saltare a un altro argomento anche se non tutti hanno appreso il primo non è nemmeno la scelta più idonea: gli studenti migliori e quelli che provano a tenere il loro passo, infatti, vedono i loro voti diminuire rispettivamente del 20,76% e del 17,89%, mentre anche gli alunni più in difficoltà subiscono un pericoloso -12% nella loro media voti.
In conclusione, per andare bene a scuola parrebbe essere il ripasso degli argomenti dell’anno precedente lo strumento capace di agevolare i più grandi miglioramenti nel rendimento, che addirittura si attestano al 27,93% per gli studenti meno bravi, ma che si registrano anche in tutto il resto della classe. Sembrerebbe dunque sbagliato, perlomeno in base a ciò che dice Bankitalia, correre con il programma, come spesso si tende a fare nelle aule di tutt’Italia.